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Permessi concessi e poi negati: un imprenditore rischia il crac

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Era stato il Comune a “invitarlo”: l’imprenditore Aldo Borgarello ha accettato e ha investito centinaia di migliaia di euro per poter trasferire il suo negozio nel terreno libero accanto al McDonald’s. Ma adesso, dopo oltre dieci anni di attesa, lo stesso Comune ha fatto retromarcia: «Ci spiace ma non si può più fare», riferisce il sindaco Alessandro Sicchiero. Si chiude così una vicenda cominciata nel 2011, quando al governo della città c’era la Giunta guidata da Francesco Lancione: a gennaio di quell’anno ha dato il via a un bando per spingere attività commerciali a insediarsi o ampliarsi a Chieri, consentendo loro di spostare cubature e costruire su aree a loro disposizione. Borgarello ha colto l’occasione e ha acquistato il campo lungo strada Padana Inferiore: voleva realizzare un negozio di 2mila metri quadri in sostituzione di quello dove si trova oggi, all’angolo fra via Roma e via Cesare Battisti. Così sarebbe potuto passare da cinque a venti dipendenti, creando anche un centinaio di parcheggi. Ma sono passati gli anni ed è cambiata una prima volta l’amministrazione comunale: la nuova Giunta Martano era dubbiosa, ma poi ha confermato il via libera. Salvo far passare l’intero mandato senza autorizzare i lavori. Così è arrivato il turno della terza Giunta, che ha messo la pietra tombale sul progetto: «C’è una legge regionale del 2019 che impedisce il trasferimento delle cubature - motiva il sindaco Alessandro Sicchiero, che ha incontrato Borgarello insieme agli assessori Flavia Bianchi e Roberto Quattrocolo -. Dal punto di vista politico, avremmo anche potuto discuterne. Ma, tecnicamente, non c’è proprio nulla da fare». In questa fase l’imprenditore preferisce tenere per sé la delusione e non rilasciare dichiarazioni. Ma comunica di aver chiesto al Municipio di mettere nero su bianco questa decisione: così potrà valutare eventuali cause o almeno evitare l’acquisto definitivo delle cubature. Ma il terreno rimane suo e non potrà costruirci. Eppure lo ha comprato dopo che il Comune lo ha “invitato” ad allargare l’attività e gli ha detto di procedere. Salvo bloccare tutto dieci anni dopo: «Si doveva concludere prima, in un senso o nell’altro - fa autocritica Sicchiero -. Ora ci siamo presi la responsabilità e ci siamo scusati con Borgarello, anche se la colpa non è direttamente di questa Giunta».
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