«L'Iva sarà ridotta al 5 per cento per le utenze del gas e il governo ha destinato 16 miliardi per sostenere le famiglie a causa dei rincari delle bollette». Fanno tirare un mezzo sospiro di sollievo, almeno nel breve periodo, le parole del premier Draghi, intervenuto ieri alla Camera al question time sulle misure del governo per l'accoglienza dei profughi ucraini in Italia. Una misura che però non sarà certo sufficiente a evitare il peggio se Putin terrà fede alle sue minacce e chiuderà i rubinetti del gas. «Abbiamo uno stoccaggio del gas molto ridotto rispetto allo spesso periodo degli anni scorsi perché il gas che serviva è stato utilizzato per il condizionamento estivo e ora i serbatoi sono molto meno pieno di quanto dovrebbero essere - spiegano dal Consorzio Unione Energia -. E se non arriverà il gas dalla Russia non riusciremo a coprire tutto il fabbisogno del Paese considerando che circa il 40% del gas arriva proprio da lì. Anche dirottando tutto il gas a disposizione rimarremmo corti di oltre 10 miliardi di metri cubi su 70. Questo comporterebbe un ridimensionamento delle utenze per il settore civile e industriale». Tradotto: rischiamo di restare senza riscaldamento e acqua calda sanitaria. Non dovremmo avere problemi ad accendere la luce. Ma non è è una certezza, anzi. «Qualora l’idroelettrico non riesca a dare risultati sperati potrebbe esserci un problema relativo anche al fabbisogno di energia elettrica» spiegano dal Consorzio dell’Unione Industriale che sta registrano un continuo aumento dei costi dell’energia. «Le aziende fino a settembre pagavano il gas 17 centesimi al metro cubo, le previsioni per aprile sono di 1,80 euro al metro cubo, ciò significa che il gas costa oltre dieci volte di più. Ma ci sono state punte anche di 3,60 euro al metro cubo» sottolineano dall’Unione Energia. Altre ipotesi? «Si sta pensando di prendere più gas da Algeria (28% del gas di cui ci riforniamo) o dall’Azerbaijan (9,5%), ma per aumentare la portata bisognerebbe costruire una centrale booster in Grecia. Inoltre non è detto che accettino. C’è poi il Gnl, gas liquefatto (13%), che può essere stoccato e trasportato via mare e arriva in prevalenza dal Qatar. Per essere utilizzato, però, va rigassificato. In Italia esistono tre impianti: a Panigaglia (vicino La Spezia), a Livorno e a Rovigo. Infine c’è il gas che arriva dalla Libia direttamente a Gela in Sicilia ma in piccole quantità (4,2%) e da Norvegia e Olanda (2,9%)».
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