l'editoriale
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19 Marzo 2022 - 10:29
Hanno accettato di andarsene dal loro posto di lavoro e come ricompensa si sono trovati senza soldi per diversi mesi, per un intoppo burocratico (o un errore) che ha tenuto in stallo Stellantis e Inps. Sono i cosiddetti prepensionati dai «contratti di espansione» di Stellantis e Comau, trecentoventi persone in tutto che ieri mattina si sono trovati sotto l’Inps, assieme ai rappresentanti sindacali: dal primo dicembre, infatti, non hanno ancora ricevuto l’assegno mensile, quella sorta di “anticipo” (fino all’età della pensione effettiva, per un massimo di cinque anni) riconosciuto in cambio delle dimissioni e pagato tramite un fondo garantito da una fideiussione di Stellantis. Solo che, a quanto pare, dal Gruppo la documentazione non è stata mandata nella maniera richiesta dall’Inps e così l’ente non riusciva a rintracciare i dati dei lavoratori.
«Ad alcuni sono arrivati messaggi con l’annuncio dell’arrivo dell’assegno, ma sono passati mesi» sottolinea Danilo Doro della rappresentanza quadri e funzionari. In pratica, dipende da quale sede territoriale segue la tua pratica. Per la maggior parte, dunque, si tratta di quattro mesi senza assegni, anche se proprio ieri è arrivata la conferma che poco più di duecento lavoratori li riceveranno dal primo di aprile, gli altri da maggio. «Una beffa, se consideriamo che parliamo di lavoratori che hanno accettato l’uscita anche per agevolare la transizione ecologica del Gruppo» spiega Antonino Inserra della Fiom. Rinunciando anche a qualcosa, perché gli assegni attesi variano tra i 1.250 e i 1.400 euro a fronte di uno stipendio attorno ai 1.600.
Lavoratori che si sono sentiti scaricati, «inutili per Stellantis» come recitava un cartello ieri mattina. Funzionari e impiegati tecnici con decine di anni di lavoro. Come Donatella Raffino, ex responsabile marketing flotte di Fca: «Vent’anni da funzionario. Io ho colto l’opportunità di andarmene, ma ci troviamo in difficoltà ora». «Dopo la fusione, con il contratto di espansione, hanno cominciato a raccogliere preadesioni per la pensione e intanto partivano i corsi di formazione per i lavoratori da spostare alle nuove funzioni» dice Massimo Gazzara, ex Comau. «Ma noi, dopo la preadesione, non facevamo neppure i corsi, non ci consideravano per quelli - interviene Maurizio Autino, anche lui in Comau per quarant’anni -. Sono arrivati i francesi e hanno dovuto eliminare i “doppioni” nei ruoli. E tra francesi e italiani, gli italiani perdono. Il ministro francese partecipa ai consigli amministrazione di Stellantis, l’Italia dov’è? L’Italia non ha mai fatto un piano industriale nazionale. Ci sono stati quelli di Marchionne, che vediamo la fine che hanno fatto. Lui ci ha solo guadagnato. Sa che le dico? Lo hanno dipinto come un genio, ma non lo rimpiango per niente».
«È positivo che la situazione si stia risolvendo - dice Cinzia Pepe, della Uil - ma ci sono voluti mesi di continui solleciti». Il contratto di espansione prevedeva un’assunzione ogni tre uscite, sta avvenendo? «È difficile avere un monitoraggio. Perché le società che stanno inserendo lavoratori non sono le stesse che hanno seguito le uscite, è difficile la tracciabilità».
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