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«Il licenziamento è illegittimo»: ex Embraco preparano la causa

embraco generica

Foto d'archivio

«Siamo pronti a impugnare il licenziamento e a costituirci parte civile nel processo penale». A dare l’annuncio è una ventina di ex dipendenti della Ventures di Riva presso Chieri, l’azienda subentrata a Embraco. Invece è finita in bancarotta e ha lasciato a casa 373 persone dopo quattro anni di altalena tra speranze e delusioni.

Era il 26 ottobre 2017 quando la casa madre Whirlpool ha deciso di farsi da parte. Poi ha costituito la società Chieri Italia e vi ha fatto confluire i lavoratori, lo stabilimento di Riva e un fondo di 20 milioni per avviare la reindustrializzazione.

Poi, quando è arrivata Ventures, una parte di quella cifra è stata utilizzata per pagare gli operai tornati in fabbrica e “ceduti” alla nuova azienda. Ma non facevano altro che spazzare e dipingere le pareti. Altri 4 milioni di euro sono finiti direttamente nelle casse di Ventures per comprare macchinari che non sono mai arrivati. Infatti, il 23 luglio 2020, è stato decretato il fallimento con l’accusa di bancarotta distrattiva ai vertici di Ventures: si sarebbero intascati parte dei soldi ricevuti da Whirlpool.

Chieri Italia si è insinuata nel fallimento e ha proposto un accordo al curatore Maurizio Gili: utilizzare i 9 milioni rimasti nel fondo per ripianare i debiti, compensare i creditori e dare 7.000 euro lordi a ciascun lavoratore. La maggioranza ha accettato, permettendo a Ventures di accedere al concordato preventivo. Infatti, in questi giorni, stanno arrivando i soldi sui conti correnti degli ex dipendenti. Ma chi non ha firmato vuole continuare a combattere: «Abbiamo inviato una lettera al curatore fallimentare e a Chieri Italia perché riteniamo il licenziamento nullo ed efficace - riporta Valentina Giuliana Brigandì, una degli avvocati che sta assistendo i lavoratori - E’ il primo atto per aprire un procedimento giudiziario».

Perché sarebbe nullo? «Perché è frutto di un reato e non valido di conseguenza».

Il riferimento è all’inchiesta per bancarotta distrattiva che coinvolge i vertici di Ventures: «Risale a due anni fa ma non è ancora arrivata in Tribunale - ricorda la legale - Adesso i lavoratori sono riusciti a parlare con il pubblico ministero Marco Gianoglio, che ha garantito loro il rinvio a giudizio in tempi brevi. Ma c’è un altro profilo penale per cessione di ramo d’azienda con meccanismo fraudolento: col senno di poi, viene il dubbio che fosse risaputo che Ventures non avesse intenzione di produrre. Ipotizziamo che volessero solo per liberarsi dei lavoratori».

Gli ex Embraco lanciano anche un appello al curatore fallimentare: «Finora si è sempre negato: non siamo neanche riusciti a recuperare gli effetti personali che abbiamo in azienda». Riprende Brigandì: «Queste persone rischiano di essere dimenticate ma stanno solo chiedendo un diritto fondamentale, il lavoro. Hanno subito un trattamento vergognoso».

AGGIORNAMENTO. Nota dell'avv. Valentina Giuliana Brigandì "Vorrei fare due precisazioni. La prima è che, ovviamente, il licenziamento è per questa difesa “inefficace” - non “efficace" come invece riportato. In secondo luogo, non ho mai detto di avere parlato con il Pubblico Ministero (né in effetti ho avuto con lui alcun colloquio) o di avere avuto garanzia o di sapere che vi siano garanzie relativamente al rinvio a giudizio per i noti fatti di bancarotta. E’ tuttavia ciò che mi auguro per la miglior difesa dei miei assistiti".

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