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La benzina a 2,40 euro: «I clienti preferiscono muoversi in bicicletta»

pompa ip benzina gn

È arrivata la stangata del carburante sulle vacanze - e non solo. Nonostante il taglio delle accise il costo della benzina e del gasolio è di nuovo schizzato alle stelle come se nulla fosse. Oggi la verde costa oltre il 25% in più rispetto allo scorso anno, mentre il gasolio è rincarato di circa il 33% sul 2021. A fare il punto della situazione è anche il Codacons che ha presentato un nuovo esposto all’autorità per la concorrenza e a 104 procure di tutta Italia chiedendo di aprire una indagine sulla nuova ondata di aumenti dei prezzi dei carburanti, alla luce delle possibili fattispecie di aggiotaggio e manovre speculative su merci, e di disporre sequestri presso le società petrolifere. «Contro i rincari di benzina e gasolio alla pompa dovranno attivarsi l’Antitrust e le Procure della Repubblica, allo scopo di accertare chi sta speculando sulla pelle degli italiani» spiegano dall’associazione. I prezzi del resto sono tornati a essere anche più alti di quelli di marzo. La benzina in città ha superato i 2,20 euro al litro, e in un distributore in autostrada si spende anche di più. Per un litro di super presso la pompa Ip all’uscita di Villanova nord bisogna sborsare ben 2,40 euro al litro.

«Il 22 marzo il governo ha tagliato le accise di 32 centesimi e da allora c’è stata una costante escalation dei prezzi, le quotazioni del mercato internazionale sono aumentate e il costo del carburante in poco più di due mesi è cresciuto del 30%, in pratica il prezzo è uguale a marzo» spiega Enzo Nittis, presidente di Faib-Confesercenti benzinai Torino e titolare di un impianto Eni in piazza Bernini. «Vendo la verde a 2,05 self e 2,28 servita, il diesel a 2 euro, e a 2,25 servito, ma i prezzi saliranno ancora se dall’8 luglio bisognerà aggiungere anche le accise - spiega Nittisi -; il governo dovrebbe quindi pensare ad altre strategie come ad esempio calmierare i prezzi con le società petrolifere perché così non si può più andare avanti, la gente è scontenta, sta cambiando le proprie abitudini, tanti miei clienti per risparmiare preferiscono andare al lavoro in bici o in monopattino, altri si riforniscono senza il servizio e quindi il margine si riduce, altri ancora invece del pieno fanno soltanto 20 euro per volta». Un bel problema oltre che per le tasche dei consumatori anche per quelle dei benzinai. «Nonostante le vacanze ho perso circa il 15% di erogato, causa smartworking e caro carburante - spiega il presidente di Faib-Confesercenti -. Un’autocisterna costa circa 5mila euro in più di prima e quindi si ordina meno prodotto. Anche perché così il rischio imprenditoriale è troppo alto, nessuno ci ha risarcito dei soldi persi delle giacenze che avevamo nelle cisterne prima del 22 marzo. Io avevo 10mila litri e ho perso 3.500 euro, ma alcuni miei colleghi avevano 20mila litri e quindi attendono ancora 7mila euro. In tutta Italia si stima una perdita di 70milioni».

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