l'editoriale
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24 Gennaio 2023 - 08:03
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I benzinai di tutta Italia chiudono per sciopero da questa sera alle 19 sulla rete ordinaria e dalle 22 sulle autostrade. Sarà una lunga serrata (48 ore) con i sindacati in protesta contro il governo e i torinesi a correre, si pensa fino all’ultimo minuto, per un pieno o un semplice rimbocco della benzina. «Non sarà quello che vuole imporci il governo, ma un altro il cartello che noi benzinai esporremo sugli impianti in occasione del nostro sciopero: poche cifre per spiegare perché chiudiamo e per dire no alla campagna diffamatoria di cui siamo bersagli». Questa la versione dei fatti di Enzo Nettis, presidente della Faib-Confesercenti, l’associazione dei gestori che annuncia la protesta che inizierà questa sera anche in Piemonte e che coinvolgerà 1.783 impianti in tutta la regione.
Lo sciopero, proclamato da tutte le sigle sindacali della categoria, si svolgerà dalle 19 di oggi (24 gennaio) alle 19 di giovedì 26 gennaio sulla rete della viabilità ordinaria e dalle 22 di oggi alle 22 di giovedì 26 gennaio sulla rete autostradale. E che con tutta probabilità porterà qualche disagio, ricordando che rimarranno chiusi anche gli impianti self service. «Con il nostro cartello - spiega Nettis -, ci rivolgiamo soprattutto ai consumatori, i quali devono sapere che non siamo noi gli speculatori. Su 20 euro di benzina erogata, ai benzinai vanno 38 centesimi lordi, pari al 2% del prezzo totale, circa 3,5 centesimi al litro. Non sono i benzinai a stabilire il prezzo e gli aumenti dei carburanti, ma le compagnie petrolifere. Inoltre, il margine dei benzinai non aumenta all’aumentare del prezzo di benzina e gasolio, ma rimane fisso: dunque, ai benzinai non convengono i rincari, perché rischiano di vendere di meno, come sta già avvenendo: dalla fine del taglio delle accise le nostre vendite sono calate di almeno il 5%. Ma il governo - lo stesso che ha eliminato il taglio delle accise - non riesce a pensare ad altro che all’ennesimo cartello con il prezzo medio da esporre sulle stazioni di servizio: come se la soluzione del problema fosse quella di appesantire i gestori di un’ulteriore incombenza o di inasprire le sanzioni nei loro confronti».
Due i rischi. Il primo è che qualche sbadato (non informandosi bene sugli orari) rimanga senza gasolio o diesel, il secondo è che moltissimi automobilisti prendano d’assalto i distributori più economici nella giornata odierna. Con lunghe code per un pieno che, purtroppo, oggi vale davvero oro.
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