Su un piatto della bilancia ci sono gli ottimi risultati della nuova 500E con picchi di produzione per cui Stellantis annuncia anche di essere pronta ad arrivare a 100mila autovetture all’anno. Sull’altro, invece, la feroce realtà di una fabbrica che tra il 2006 e il 2022 ha visto uscire dallo stabilimento 130mila autovetture in meno e lasciato a casa oltre 4mila dipendenti. La produzione a Torino è passata, infatti, dalle 218 mila unità del 2006 alle 88mila del 2022 con un “minimo storico” toccato nel 2019 con 21mila autovetture.
«Poi è cominciata la risalita, ma l’obiettivo di Stellantis di superare le 100mila automobili prodotte in un anno non è sufficiente. Per rilanciare Mirafiori ci vogliono nuove produzioni e assunzioni a tempo indeterminato» taglia corto il segretario della Fiom di Torino, Edi Lazzi, ribadendo come «la metà dello stabilimento resti vuota, con tre milioni di metri quadrati inutilizzati e un milione e mezzo deserti».
Insomma, servirebbe almeno produrre il doppio per salvare la fabbrica anche in termini di occupazione, dal momento che secondo la Fiom dal 2018 al 2022 i dipendenti sono passati da 15.459 a 11.336, con una perdita del 26,7%. Alle carrozzerie l’età media è ormai altissima, al limite dei 55 anni e senza assunzioni tra sette anni il 70% dei lavoratori andrà in pensione. E se non arriveranno nuovi produzioni a pagarne il prezzo sarà anche tutto l’indotto che, solo tra il 2008 e il 2022, ha visto chiudere 380 aziende con almeno 32mila persone rimaste senza lavoro.
Un ulteriore paradosso è ancora rappresentato dal numero di impiegati che è praticamente il doppio rispetto a quello degli operai metalmeccanici. Se gli Enti Centrali, infatti, contano 6.495, Presse, Stampi, Meccaniche, Carrozzeria e Costruzioni sperimentali arrivano ad appena 4.841 dipendenti con una perdita complessiva di 3.092 addetti dal 2018 contro i 1.031 impiegati fuoriusciti nello stesso periodo di tempo.
«Continuiamo la nostra battaglia per avere nuove produzioni e per l’occupazione a Mirafiori perché il rilancio dello stabilimento continua a non esserci. Torino non può vivere senza industria manifatturiera e in particolare senza auto. E se si spegne Mirafiori si spegne Torino» conclude Lazzi. E le testimonianze dirette vengono dalla fabbrica dove continua a prendere corpo un’ulteriore preoccupazione. Quella di perdere anche le nuove produzioni Maserati già annunciate da Stellantis a Torino.
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Le voci che si rincorrono da un capannone all’altro, infatti, svelano uno scenario per cui le produzioni di Ghibili, Quattroporte e Levante, potrebbero essere spostate in un altro stabilimento, nello specifico, Cassino. Una prospettiva che spaventa in particolare l’indotto e aziende come la Lear che produce sedili. «Saremo i primi a pagare il conto» conferma l’operaio Antonio Gullo. «Siamo sempre stati in ammortizzatore sociale e ci sono esuberi per centinaia di persone, almeno 260. Ma possono diventare 420 se Maserati si sposterà del tutto a Cassino».
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