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L'inchiesta
10 Febbraio 2025 - 16:15
(Fonte RaiPlay)
Report scende in guerra contro i colossi del caffè e attacca addirittura un'eccellenza dell'industria torinese: Lavazza. Un’accusa che arriva direttamente da un operaio dello stabilimento di Gattinara, in provincia di Vercelli. Secondo la sue affermazioni, l’azienda torinese starebbe riciclando caffè proveniente da capsule e pacchi scartati dal processo produttivo, rimettendolo in vendita nei pacchetti da 250 grammi destinati ai consumatori.
L’operaio non si limita a ipotizzare: sostiene che questa pratica sia parte di una linea "ufficiosa" dello stabilimento, al punto che neppure "il padrone" Lavazza ne sarebbe al corrente. Il dipendente anonimo usa parole forti: "il caffè è contaminato", perché molte di queste cialde sono aperte o difettose, di conseguenza, il prodotto risulterebbe esposto all'aria. E rincara la dose: il macinato recuperato sarebbe un mix senza controllo di diverse qualità, compreso il decaffeinato. Insomma, un vero minestrone per i puristi del caffè. Ma c’è un problema: le prove fornite sono più deboli di un espresso annacquato.
Con una nota ufficiale diffusa dopo la messa in onda del servizio, Lavazza ha risposto punto per punto alle accuse, ribadendo che il caffè scartato non viene riutilizzato per il consumo umano, ma destinato a usi non alimentari, come la produzione di concimi o pellet. L'azienda chiarisce anche un altro aspetto fondamentale: il recupero del caffè è previsto solo in alcuni casi e sempre entro parametri rigidissimi.
"Durante il nostro processo produttivo – spiega Lavazza – è prevista la possibilità di recuperare e riutilizzare caffè macinato perfettamente conforme ma confezionato in packaging difettoso, come pacchetti con errori di etichettatura o di contenuto netto." Tuttavia, e qui arriva la precisazione più importante, "qualsiasi prodotto il cui difetto comporti un'esposizione all'aria o un rischio per la sicurezza alimentare viene immediatamente scartato dal processo produttivo".
Quindi, altro che "caffè contaminato": Lavazza parla di una gestione controllata e certificata, dove ogni passaggio è verificato da enti terzi. La dicitura usata da Report, secondo l’azienda, è fuorviante e rischia di generare un allarmismo ingiustificato.
I segretari provinciali di Vercelli di CGIL, CISL e UIL hanno preso le distanze, difendendo a spada tratta il marchio torinese: “Queste sono affermazioni gravi. Come gravi sono gli scenari che ideate, dove trova riscontro quello che lei ha detto? A noi risulta che sia tutto fatto a regola d’arte. Lavazza ha controlli rigidissimi e nessun laboratorio si è mai lamentato con noi di produzioni non a norma”.
Ma a schierarsi in prima linea c'è anche la politica. Daniele Baglione, ex sindaco di Gattinara e figura di riferimento nel panorama locale, ha affidato ai social un commento durissimo: "Ieri sera è andato in onda su Report un servizio mistificatorio e diffamatorio sullo stabilimento Lavazza di Gattinara. Chi conosce lo stabilimento e le modalità in cui si opera al suo interno, guardando il servizio, si è trovato di fronte a un’incredibile mistificazione della realtà che, come spesso accade, produce quello che definirei un vero e proprio pattume mediatico prodotto con i soldi pubblici (cioè di tutti noi)".
"A Gattinara ha sede uno stabilimento modello di Lavazza, costruito con anni e anni di costanti e innovativi investimenti. Qui lavorano 500 persone, in un ambiente dove la qualità, l’efficienza e il miglioramento continuo si respirano ovunque. È piuttosto evidente che il servizio andato in onda, anziché esaltare un processo virtuoso di economia circolare che evita sprechi di pregiato e costoso caffè, è stato manipolato per screditare l’azienda insinuando sospetti e creando un clima di “terrorismo” mediatico. Non è certamente cercando di infangare un’eccellenza del nostro territorio che si fa servizio pubblico e, soprattutto, prima di mandare in onda servizi simili, andrebbero quantomeno verificate con certezza le fonti e i sistemi di produzione (cosa che dubito fortemente sia stata fatta)".
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Il problema principale dell’inchiesta è che si basa interamente su una fonte anonima, senza fornire dati concreti, documenti o analisi di laboratorio. Il presunto “caffè contaminato” è mai stato analizzato? Sono stati coinvolti esperti indipendenti?Nulla di tutto questo viene chiarito nel servizio.
E poi c’è il nodo della terminologia: Report usa il termine "contaminato" in modo ambiguo, lasciando intendere che il caffè sia pericoloso per la salute. Per questo, Lavazza, ribatte con fermezza: "Per quanto riguarda il prodotto recuperato da packaging difettoso, il processo prevede un'esposizione all'aria minima e controllata, in linea con gli standard di torrefazione, che non inficia le proprietà organolettiche del caffè. L'esposizione all'aria non determina in nessun modo la "contaminazione" del prodotto, diversamente da quanto da voi asserito. Nell'industria alimentare, questa distinzione è fondamentale. Le ricette di Lavazza sono da sempre contraddistinte dalla qualità che ha riscontrato il gusto e la fiducia dei consumatori in questi 130 anni di storia".
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