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Politica estera
30 Aprile 2025 - 20:32
L'ultima preoccupazione riguarda i giocattoli e gli alberi di Natale e riguarda l'introduzione di dazi pari al 145% sul valore delle merci importate dalla Cina verso gli Stati Uniti. Al momento, gli ordini sono bloccati: i prodotti destinati ad essere sugli scaffali per il Natale vengono solitamente ordinati circa 8 mesi prima. La Cina fornisce quasi l'80% dei giocattoli e il 90% delle decorazioni natalizie vendute negli USA.
La produzione di giocattoli, alberi di Natale e decorazioni è ormai a pieno regime, ma sono necessari dai quattro ai cinque mesi per fabbricare, confezionare e spedire i prodotti negli Stati Uniti. I dazi del 145% imposti dall'ex presidente Trump hanno portato a un consistente aumento dei costi per le aziende americane. Sebbene la maggior parte degli imprenditori intervistati non abbia ancora cancellato gli ordini, il settore è in allarme, con previsioni di carenza di prodotti e un aumento dei prezzi.
Alcuni imprenditori, riconoscendo l'importanza cruciale delle vendite natalizie per i loro guadagni, si stanno rivolgendo a legali esperti in diritto fallimentare. "Abbiamo una catena di fornitura paralizzata, e ciò mette a rischio il Natale", ha dichiarato Greg Ahearn, CEO della Toy Association, l'associazione industriale che rappresenta 850 produttori di giocattoli. "Se non iniziamo la produzione a breve, c'è un forte rischio di scarsità di giocattoli per le festività".
Per l'industria natalizia degli Stati Uniti, la Cina è fondamentale in termini di velocità e capacità produttiva. I produttori di giocattoli rinnovano ogni anno una parte consistente della loro offerta per soddisfare i gusti in continua evoluzione dei bambini. Le fabbriche cinesi sono indispensabili per la produzione, grazie alla disponibilità di macchinari e materiali necessari. Alcune aziende generano fino a due terzi delle loro vendite annuali nel periodo natalizio, e molte stanno già cercando supporto da avvocati specializzati in fallimenti.
Un sondaggio condotto dalla Toy Association su 410 produttori di giocattoli con fatturati annuali inferiori a 100 milioni di dollari ha rivelato che più del 60% ha cancellato gli ordini, mentre circa il 50% ha dichiarato che sarebbe costretto a chiudere nel giro di poche settimane o mesi se i dazi rimanessero invariati. Il rischio di trovarsi con scaffali vuoti o di dover aumentare i prezzi è sempre più concreto: i giocattoli potrebbero costare il doppio rispetto all’anno precedente, rischiando di compromettere le vendite durante il periodo più critico dell'anno. Le aziende stanno già ritoccando i prezzi tra il 10 e il 20%.
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