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il settore che sta fallendo

La moda italiana in crisi, nel 2024 si segna un duro colpo per i distretti del lusso

Settore della moda in calo ed in affanno, nel 2025 le cose non vanno meglio

La moda italiana in crisi, nel  2024 si segna un duro colpo per i distretti del lusso

Dall'analisi condotta dal Research Department di Intesa Sanpaolo emerge una situazione di difficoltà per i distretti italiani, specialmente nel settore del lusso, durante il 2024. Il periodo si è infatti dimostrato particolarmente complesso per queste aree, a partire dalla moda. Il settore della moda, infatti, attraversa un momento di debolezza.

Tale affaticamento è dovuto a una serie di fattori, tra cui i conflitti internazionali e l'incubo dei dazi imposti dall’amministrazione Trump, considerando che il mercato statunitense è il primo sbocco commerciale per i distretti toscani, soprattutto quelli specializzati nella moda. A ciò si aggiungono i cambiamenti nelle abitudini di consumo. I dati evidenziano l'entità delle difficoltà, come sottolineato dal report del Research Department di Intesa Sanpaolo, che ha fatto il punto su un 2024 segnato da una crisi ancora in atto.

Per l'anno in corso, le prospettive appaiono incerte, condizionate dalla fragilità degli scambi commerciali globali e dalle politiche protezionistiche che ostacolano le interazioni internazionali. In questo contesto, i distretti legati al lusso hanno sperimentato un calo a causa della scarsa domanda. Tale situazione è aggravata dalle spinte inflazionistiche che hanno ridotto il potere d'acquisto delle famiglie europee e dal rallentamento dei consumi in Cina. Analizzando i singoli distretti, si rileva un calo delle esportazioni particolarmente significativo nel settore della pelletteria e delle calzature (-21,0%) e nell'abbigliamento di Empoli (-11,8%), così come nel comparto della concia e delle calzature di Santa Croce. Nonostante ciò, il settore pelle, che in questa area include 450 aziende, garantisce 6mila posti di lavoro e genera un fatturato di due miliardi di euro, ha registrato nei primi mesi dell'anno timidi segnali di ripresa, sebbene tali indicazioni non si siano ancora concretizzate.

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