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La riforma

Isee, la nuova proposta di Salvini: “Va esclusa la prima casa dal calcolo”

Il vicepremier propone un cambiamento per ampliare la platea dei beneficiari dei bonus

Isee, la nuova proposta di Salvini: “Va esclusa la prima casa dal calcolo”

Matteo Salvini (Depositphotos)

Il dibattito sull’Isee torna al centro dell’agenda politica. Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, rilancia una proposta già avanzata in estate: escludere la prima casa dal calcolo dell’indicatore. Secondo il leader della Lega, le regole attuali penalizzano molte famiglie che, pur avendo investito in un’abitazione, restano escluse dai principali bonus e dalle agevolazioni pubbliche.

Durante un intervento alla festa dell’Udc, Salvini ha sottolineato la necessità di “investire sulla famiglia” e di rivedere i criteri dell’indicatore economico: “Non è possibile che possedere un monolocale o un bilocale dopo anni di sacrifici ti tolga la possibilità di avere un contributo pubblico”.

La proposta potrebbe rientrare nella prossima Legge di Bilancio 2026, insieme ad altri provvedimenti come la rottamazione quinquies e il taglio dell’Irpef per il ceto medio.

Al momento, l’Isee fotografa la situazione economica dei nuclei familiari sulla base di redditi e patrimoni dichiarati nella Dsu. Negli ultimi anni sono state introdotte modifiche, come l’esclusione dei titoli di Stato fino a 50.000 euro, dei buoni fruttiferi e dei libretti postali, con l’obiettivo di allargare la platea dei beneficiari. Questi cambiamenti hanno portato a un aumento della spesa pubblica di circa 44 milioni di euro, favorendo in particolare l’accesso all’assegno unico.

Il tema resta però complesso: l’abitazione principale è già parzialmente esclusa dal calcolo. Infatti, dal valore Imu della casa vengono sottratti i primi 52.000 euro, soglia che cresce con il numero di figli conviventi. Solo la parte eccedente, per due terzi, incide sull’indicatore.

La richiesta di Salvini punta comunque a una revisione più profonda, destinata a incidere su milioni di famiglie del ceto medio che oggi si trovano tagliate fuori da misure di sostegno come il bonus scuola, il bonus affitto, il bonus bebé e le agevolazioni sulle bollette. Una riforma che, se accolta, potrebbe ridisegnare l’accesso ai contributi pubblici in Italia.

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