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Il caso
21 Dicembre 2025 - 01:32
La corsa sta per iniziare. Anzi, sottotraccia è iniziata da un bel po' e le Comunali del capoluogo sabaudo 2027 promettono già scintille.
In una Torino blindata dal corteo organizzato proprio da lì a poche ore contro lo sgombero del centro sociale Askatasuna, così, Forza Italia Torino accoglie il suo segretario nazionale e vicepremier Antonio Tajani, in visita al Regina Margherita che da oggi ha un nome diverso: "ospedale del Bambini del Mondo".
Un'occasione per incontrare la dirigenza territoriale azzurra, dal ministro della PA Paolo Zangrillo, al governatore della Regione Alberto Cirio, al capogruppo FI in Senato Roberto Rosso - ma non solo - e farsi i propri conti a tesseramenti appena conclusi. D'altra parte a destra di nomi importanti che hanno iniziato a "scaldare i motori" ce ne sono già diversi. Oltre al ministro Zangrillo che, pur essendo «un'ipotesi che viene dopo altre - afferma - non si tirerà indietro», ci sono l'assessore regionale alle Attività produttive Andrea Tronzano, il segretario cittadino Marco Fontana e la sottosegretaria regionale Claudia Porchietto, in lizza.
Ma Tajani, incalzato sul tema, non fa nomi, anzi. Se alcuni dei suoi, come Tronzano e Rosso, erano stati più netti nel sostenere la necessità alle prossime elezioni di un candidato politico, invece del "Damilano bis", il ministro resta aperto al «candidato che abbia le maggiori opportunità per allargarsi», dice. Non storce il naso, almeno non sfacciatamente, al nome meloniano dato per favorito, quello dell'assessore regionale alla Casa, di Maurizio Marrone, ma l'intenzione, spiega, è quella di allargarsi fino ad Azione.
A Torino, però, il partito di Calenda viene corteggiata anche dai Moderati di Giacomo Portas (per il momento, ma non è detto, schierati nella maggioranza di Lo Russo). «Io credo che a Torino, come a Milano e Roma, - ha commentato - dobbiamo trovare un candidato che non sia frutto della spartizione dei partiti, ma il migliore possibile», taglia corto il ministro. Nessun nome scolpito sulla pietra. Basta che si accolga il consenso più ampio possibile. D’altronde l’obiettivo è ambizioso: arrivare al 20%, più che raddoppiando le proprie preferenze rispetto all’attuale raso 9%, che è comunque un risultato importante. «Siamo quasi a 200mila iscritti - spiegava il ministro pochi giorni fa - dai 110mila del 2023».
«Per vincere è giusto allargare i propri confini con civici, forze di centro e delusi. Dobbiamo dire che c'è una destra rassicurante. Nessun pregiudizio su quali bandierine sventolare», conclude Tajani. Ma è solo quello che per il momento “si può dire”. E’ nel corso del pranzo fissato poco dopo ad Asti che si arriverà davvero al dunque.
Dalla sua la segretaria regionale di Azione, Daniela Ruffino, ammette che «non c'è ancora stato modo di dialogare direttamente» con gli azzurri. Ma «stiamo facendo un lavoro con la città per carpirne i bisogni. Vogliamo capire cosa chiedono i torinesi. E' faticoso ma va fatto, perché la politica in generale non ascolta e noi vogliamo lanciare un messaggio. Che stiamo costruendo una rete. Non vogliamo essere quel 5% che fa vincere le elezioni, ma costruire un progetto politico e valere al suo interno», spiega infine. Insomma, si sta lavorando per costruire uno spazio al centro contendibile. E la partita entra sempre più nel vivo.
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