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L'evento
20 Dicembre 2025 - 17:44
Da oltre un secolo è il luogo in cui Torino cura i suoi bambini. Ma da oggi è anche, ufficialmente, l'ospedale dei bambini del mondo. All'ospedale pediatrico Regina Margherita si è svolta questa mattina la cerimonia di dedica che consacra la vocazione del nosocomio già praticata da anni: accogliere e curare piccoli pazienti provenienti da Paesi colpiti da guerre, povertà ed emergenze umanitarie. Lo testimonia la voce di Omar, bambino palestinese di circa 13 anni, che ne dimostrerebbe molti meno. "Sono basso perché vado a prendere l'acqua dal pozzo con i secchi, e sono molto pesanti", scherza. È arrivato a Torino la sera dell'8 dicembre, scampato alle bombe insieme ad altri bimbi e qualche adulto accompagnatore. "Da quando casa nostra è stata bombardata siamo stati sistemati in una casa con 120 famiglie e più di 400 persone. Impossibile andare a scuola", racconta il piccolo. La mancanza di cibo, lo spiega, spingeva alla "corsa al pasto". "Ognuno correva per il suo 'pezzo'. Un giorno ero così contento di essermi aggiudicato una pentola di lenticchie che me la sono rovesciata tutta addosso correndo, e mi sono bruciato", dice. Poco dopo è la volta di un bambino ucraino, viene da Odessa ed è al Regina dal 5 marzo 22. Ora è guarito e ama giocare a calcio.
Una cerimonia che ha visto la partecipazione di un ospite d'eccezione, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro della PA Paolo Zangrillo, oltre al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, il commissario Franco Ripa, la direttrice del Dipartimento Patologia e Cura del Bambino Franca Fagioli, insieme ai bambini attualmente in cura e alle loro famiglie.
Negli ultimi anni, infatti, il Regina Margherita ha accolto decine di minori arrivati da contesti di conflitto, dall’Ucraina alla Striscia di Gaza, confermandosi come uno dei presìdi sanitari italiani più impegnati nell’assistenza pediatrica internazionale. «In questi mesi abbiamo lavorato per portare in Italia bambini provenienti da diverse zone di guerra – ha dichiarato Tajani –. Ringrazio il Regina Margherita e la Regione per la generosità dimostrata. Stiamo guardando con grande preoccupazione alla situazione in Sudan e non escludiamo di chiedere anche in futuro l’aiuto del Piemonte per accogliere bambini da quell’area».
Un impegno che, come ha sottolineato il presidente Cirio, va oltre la cura clinica. «Quando si ammala un bambino si ammala un’intera famiglia. Qui non si cura solo il corpo, ma anche l’anima. Oggi dedichiamo questo ospedale ai bambini del mondo perché ovunque sappiano che a Torino esiste un luogo dove possono essere accolti e curati».
A ribadire il valore simbolico dell’iniziativa anche l'assessore Riboldi: «Tanti sforzi che si traducono in fatti concreti. Grazie alle decine di persone che operano qui nella quotidianità, e che nella normalità delle loro azioni sono eccezionali».
Nel rimarcare poi l'obiettivo dell'accorpamento Regina-Sant'Anna, l'assessore sottolinea: «Daremo vita al primo percorso mamma-bambino a livello nazionale». Mentre un ultimo pensiero è rivolto ai lavori del Consiglio comunale, che lunedì vedono la votazione del piano socio-sanitario regionale. Una sorta di bussola, per «una sanità che naviga senza carta geografica dal 1995» e che con Riboldi viene riscritta integralmente. «Il desiderio è sconfiggere tutte le liste d'attesa in modo definitivo con approvazione di lunedì (Domani, ndr)».
A prendere poi la parola la direttrice Fagioli: «Il Regina Margherita è molto più di un ospedale – ha spiegato –. È un luogo in cui la cura è globale, rivolta ai bambini e alle loro famiglie, senza distinzione di provenienza, lingua o cultura. Per questo possiamo dire che è davvero l'ospedale dei bambini del mondo».
Negli ultimi tre anni il presidio ha accolto oltre 100 bambini stranieri con i loro familiari: un terzo provenienti dall’Europa dell’Est, un terzo da Asia e Medio Oriente, un terzo da Africa e Sud America. Particolarmente significativo l’impegno nei contesti di guerra, con 39 famiglie arrivate dall'Ucraina e 15 dalla Striscia di Gaza. Percorsi complessi che hanno richiesto una presa in carico multidisciplinare, con assistenza sanitaria, supporto psicologico, mediazione culturale, inclusione scolastica e accompagnamento sociale.
Un ruolo fondamentale è stato svolto anche dal Terzo Settore: grazie al contributo di Adisco e di Maria Teresa Lavazza, dal 2013 sono stati riqualificati spazi chiave dell’ospedale, dal pronto soccorso pediatrico ai reparti di oncologia ed ematologia, con l’obiettivo di creare uno "spazio che cura", capace di assomigliare il più possibile alla vita quotidiana dei bambini.
La dedica del Regina Margherita ai bambini del mondo non è dunque solo un atto simbolico, ma il riconoscimento di una pratica concreta: una sanità che non conosce confini e che, in un tempo segnato dai conflitti, sceglie di mettere al centro i più fragili e tutelarli, offrendo loro cure.
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