Un calcolo aritmetico dà il polso della fiumana umana proveniente dall’Ucraina che il Piemonte si prepara ad accogliere. Settantamila sfollati. Alla calcolatrice, il console onorario Dario Arrigotti, intervenuto ieri al convegno “La guerra e le donne” promosso dal Comitato regionale diritti umani e civili con la Consulta femminile regionale. «Si stima che arriveranno in Europa sette milioni di profughi . premette -. Bene, se il Piemonte conta circa l’1% della popolazione dell’Ue, è facile desumere che ne accoglieremo 70mila».
Semplice aritmetica, che mal si concilia con le politiche di accoglienza. «Il numero esatto non lo conosciamo al momento e faremo fatica a capirlo anche nei prossimi giorni» ammette Arrigotti e avverte: «Chi è arrivato rimarrà». Il console infatti dubita che gli sfollati vorranno rientrare in patria, qualora l’Ucraina dovesse diventare «uno stato fantoccio» sotto l’influenza russa. «Non vorranno certo tornare a Kiev dove troverebbero censura e miseria» prosegue. Da qui l’esigenza di rendere maggiormente strutturata la macchina dell’accoglienza piemontese.
«Serve un Piano di sostenibilità - sottolinea Arrigotti - . Penso che il Piemonte possa anche uscire arricchito dalla presenza della comunità ucraina sul territorio. È un popolo che lavora sodo, si integra e aiuta gli anziani». Qual che serve però è mappare la rete delle famiglie che si sono dette pronte a ospitare. «I centri di accoglienza straordinaria vengono controllati delle Prefetture, gli alberghi sono sotto la Protezione civile - va avanti il console -, ma anche la rete delle famiglie deve essere censita e fotografata».
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Al momento sono più di 1.800 i nuclei piemontesi che si sono fatti avanti, fa sapere la Regione. «Sarà necessario continuare a fare il massimo perché si sentano il più possibile a casa - conclude Arrigotti -. E andrà anche programmato un sostegno, forte e strutturato, per le famiglie che si sono dette pronte a ospitare». Più che sull’invio di beni e provviste da mandare al fronte, secondo il console sarebbe più opportuno «concentrarsi su come gestire la situazione qui».
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