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Il caso

In 4 anni tossici quadruplicati: l’emergenza alla piscina Sempione

Approvata oggi la mozione per un piano sanitario straordinario

sempione occupata

La piscina Sempione occupata

Un piano straordinario, che faccia muovere in sinergia prefettura, forze dell'ordine, Asl e servizi sociali territoriali, per dare vita a un presidio integrato e continuativo dell'area.

È questa l'idea dietro la mozione a prima firma del consigliere Pd Tony Ledda, per accompagnare il progetto di riqualificazione in corso, finalizzato a dare nuova vita sia all'area ex Sempione, che alla Gondrand e al Trincerone, a breve cantieri per la futura Linea Metro 2.

Anche perché il quadro fornito da chi ha ogni giorno a che fare con persone affette da tossicodipendenza in città è allarmante.

Sono stati Flavio Vischia, direttore dipartimento integrato dipendenze Asl Torino, e Luigi Arcieri, referente dei servizi di bassa soglia dell'area nord, a raccontarlo questa mattina in commissione consiliare.

«Le persone seguite sono quasi quadruplicate in 4 anni. Da 30 a 130 circa», raccontano.

«Tante giovani donne, circa un quarto, e la maggior parte italiane», spiegano i due.

Un profilo atipico, secondo loro. Fatto soprattutto di giovani sotto o appena trentenni. «La maggior parte consumano crack o blue punisher (l'ultima, più potente, versione dell'ecstasy, ndr) e non si rivolgeva a servizi di prossimità. Noi cerchiamo di rispondere con difficoltà ai bisogni segnalati dalla città, che qui sono crescenti», ammettono i due.

«La preoccupazione dei residenti - spiega il proponente Ledda -, è quella che la riqualificazione fisica “sposti” semplicemente il problema, per questo il documento si rivolge a chi abbia la possibilità di stanziare risorse», dice.

D'altronde, nonostante da giugno scorso sia stato annunciato un progetto per la realizzazione di un centro sportivo polifunzionale nei prossimi mesi, «la situazione lì non rientra più nell'ordinarietà, ma va affrontata diversamente», lo ammette lo stesso assessore alla Sicurezza Marco Porcedda.

Erano stati necessari diversi sgomberi e «ripulite» dell'area e un presidio della municipale fisso, ma la necessità di una presenza sanitaria appare sempre più evidente.

«Fondamentale una gestione interistituzionale del fenomeno, che prenda in considerazione il fatto che le persone hanno più di un problema. Che può non essere solo sanitario, ma anche sociale, o di altra natura. E individualizzare le risposte», l'appello finale di Vischia.

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