Se non fosse per le tragiche immagini di devastazione e morte che giungono dall’Ucraina, le mappe che propongono le forze in campo (la Russia negli schieramenti d’attacco, Kiev con quelle resistenti e la Nato con le forze di dissuasione), sembrerebbero quelle di una battaglia di Risiko. Ma non è così, perché dietro ad ogni bandierina ci sono uomini, donne, bambini. Famiglie intere a cui la guerra ha sconvolto la vita. Ma per tornare al Risiko sinistro di cui fioccano esperti di strategie militari, almeno al pari di ciò che sono stati i virologi in epoca pandemica, le informazioni che giungono da Russia e Ucraina appaiono inquinate dalla propaganda, ma non è così se si parla di Nato, cioè delle forze in campo dei Paesi Europei e dei suoi alleati americani. E mentre la Ue ieri ha approvato la “bussola strategica” (5mila uomini), primo passo verso un piano d’intervento militare comune, le truppe Nato sono in allerta massima. Un totale di 140mila uomini (40mila europei e 100mila statunitensi), 130 aerei, tra caccia, cargo e bombardieri pronti al decollo e 140 navi di ogni dimensione (compresi alcuni sottomarini e portaerei), dislocate nel Mediterraneo e nei mari del Nord dell’Europa. A questi dati si devono poi aggiungere quelli delle unità proprie dei Paesi ospitanti. La cartina dello schieramento, pubblicata in questa pagina e fornita dalla stessa Nato, evidenzia una forte presenza di truppe di terra nei paesi che confinano con Ucraina e Bielorussia e che si presume possano diventare un obiettivo a medio termine delle ambizioni putiniane. Estonia, Lettonia e Lituania rappresentano, ad oggi, insieme con la Moldavia (che non appartiene alla Nato) i Paesi più esposti. Pertanto la “North Atlantic Treaty Organization” ha disposto uno schieramento di terra particolarmente ingente: quasi 10mila uomini in Estonia con copertura aerea, altrettanti in Lettonia, 20mila in Lituania dove è concentrata la forza aerea maggiore. E se in Moldavia le forze Nato non possono agire, quasi 80mila soldati di eserciti interforze (compresi i militari romeni) sono schierati nella confinante Romania. Tra questi ultimi ci sono reparti delle forze armate italiane, così come in Lettonia. Altri reparti del nostro Paese sono presenti nei mari, a bordo di incrociatori, nel Mediterraneo e nel Mare del Nord. Allo stato dei fatti, però, il baluardo più solido che si potrebbe opporre ad una ipotetica invasione, la Nato lo ha schierato in Polonia con 125 mila uomini (tra truppe dell’Alleanza e contingenti locali). Questo il quadro del Risiko degli schieramenti, ma le forze in campo sono consapevoli del fatto che una guerra totale, si giocherà al di sopra e al di sotto delle acque dei mari, dove navi e sommergibili sono dotati di testate missilistiche in grado di colpire (più o meno chirurgicamente) obiettivi a migliaia di chilometri di distanza.
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