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Omicidio stradale
02 Marzo 2025 - 06:05
«Lui patteggia 3 anni e 6 mesi, senza neanche andare in galera, ma io ho perso un figlio. E mia moglie e mia figlia sono devastate: questa non è giustizia, è un’altra condanna per noi».
Giovanni Casazzo è un fiume in piena. Non riesce a trattenere la rabbia dopo l’ultima udienza del processo per l’omicidio stradale di suo figlio Mattia, investito e ucciso quando aveva solo 22 anni. Era il 15 giugno 2023 e venerdì c’è stato l’accordo per il patteggiamento tra il pubblico ministero Paolo Toso e la difesa dell’imputato, il 24enne Andrea Boggia: pena a 3 anni e 6 mesi. Il papà della vittima non ci sta e prende il telefono per chiamare il cronista e rendere pubblico il suo sfogo: «Quel ragazzo non andrà neanche in carcere, sconterà tutto ai domiciliari. Non è giusto, non può finire così: è inaccettabile, ha spazzato via il nostro Mattia».
Salvo decisioni a sorpresa dei giudici, il 14 marzo verrà ratificato il patteggiamento e il processo contro Boggia si chiuderà a meno di due anni dalla tragedia sulle strade di Volvera. Erano le 23 del 15 giugno 2023 quando la Bmw del 24enne ha investito Casazzo mentre stava attraversando a piedi l’incrocio tra strada Orbassano (la provinciale 139), via Bruino e via Spirito Santo. Il 22enne di Frossasco è stato sbalzato a 40 metri di distanza ed è morto sul colpo. Ferita anche la fidanzata che era con lui, la 18enne Ramona Brancale: «Era nell’altra corsia, credevo che volesse ucciderci apposta» racconterà poi la ragazza. Nonostante i pesanti danni al parabrezza e alla carrozzeria della Bmw, Boggia ha proseguito la sua corsa. Ha parcheggiato l’auto e incontrato la fidanzata, con cui da tempo litigava proprio per il suo “piede pesante”. Poi è tornato sul luogo dell’incidente e qualcuno lo ha riconosciuto. Cosi i carabinieri lo hanno arrestato, anche perché il 24enne aveva tracce di cannabis nelle urine e un tasso di 1.4 grammi di alcol nel sangue (quasi tre volte del limite).
Lo scorso ottobre è partito il processo per omicidio stradale e omissione di soccorso, che si trova ancora nella fase dell’udienza preliminare. Boggia, difeso dall’avvocato Natascia Taormina, non ha direttamente risarcito i familiari della vittima mentre l’assicurazione ha versato quasi 600mila euro. Lui ha inviato una lettera di scuse, letta in udienza dalla legale, finita agli atti del processo e non inviata ai parenti della vittima, tutti costituiti parte civile per avere giustizia dopo quanto successo quasi due anni fa (sono assistiti dagli avvocati Stefano Comellini e Giulia Zali). Una scelta che ha fatto infuriare il papà del 22enne. Ma mai quanto i 3 anni e mezzo di patteggiamento: troppo pochi secondo lui, che sperava in una pena più severa per il ragazzo che gli ha portato via suo figlio.
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