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Lo spettacolo

Lo sfogo di Cirilli: "Ho imparato tutto da Proietti, oggi purtroppo sul palco ci salgono gli influencer"

Grande attesa per lo spettacolo “Cirilli & Family” in scena il 10 marzo al Teatro Colosseo

Gabriele Cirilli

Gabriele Cirilli

Questa volta non sarà un monologo, uno di quei monologhi brillanti cui Cirilli ha abituato il suo pubblico. Questa volta l’artista abruzzese cambia registro: «Porto in scena una sorta di musical, un comedy show - spiega -; ci saranno balletti, canzoni, sketch, una contaminazione di stili. Porto in scena l’idea dello spettacolo che aveva il mio maestro Gigi Proietti, un’idea condensata in tre punti: ballo, canto, poesia». Così sarà il “Cirilli & Family” di Gabriele Cirilli che andrà in scena, con la supervisione artistica di Carlo Conti, lunedì 10 marzo al Teatro Colosseo (ore 20:30). Sul palco di via Madama Cristina con il mattatore saliranno anche sei attori diplomati alla sua scuola, “La Factory”, aperta tre anni fa all’Aquila. «Con loro avrò lo stesso sguardo che aveva con me Gigi» dice.
Dopo il debutto il 23 dicembre scorso a Civitavecchia, fa tappa a Torino il tour dello spettacolo prodotto e distribuito da Vincenzo Berti e Gianluca Bonanno per Ventidieci «Ci sono tanti rimandi in questo spettacolo – rimarca -. La Ventidieci, ad esempio, è la stessa agenzia che aveva prodotto il mio primo spettacolo, “Chi è Tatiana”, nel 2001, l’anno in cui è nato mio figlio, altro rimando».
Di che cosa tratterà lo spettacolo?
«Metterò a nudo le abitudini, i tic, i vizi, le dinamiche delle famiglie italiane; metterò in scena i litigi, quelli tra condomini, tra marito e moglie. La cosa bella è che, finito lo spettacolo, quando la gente viene in camerino a salutarmi mi dice: ma sai che è capitato anche a me? E questo mi dice che abbiamo raggiunto l’obiettivo. Ci saranno anche temi sociali e soprattutto c’è molta comicità».
Ci sarà anche un omaggio a Gigi Proietti?
«Sì, certo, farò uno sketch con un’attrice in cui interpreto il marito ubriaco. Era stato Proietti a insegnarmi come si fa un ubriaco».

Che cosa le ha dato Proietti?
«Mi ha dato quella scuola che non ti danno social, quello studio, quel bagaglio artistico, quella gavetta che non c’è più. Adesso sul palco salgono gli influencer, i giornalisti, sale un po’ di tutto, senza averne titolo. È un po’ come entrare in sala operatoria senza aver studiato medicina».
Qual è stato il contributo di Conti allo spettacolo?
«Lui ha fatto il capoprogetto, cosa che sa fare benissimo perché ha una grande esperienza. Ha fatto la scaletta, ha visionato i brani, dato consigli. Io ho iniziato a lavorare con lui nel 2001, con Sanremo Estate e la collaborazione non si è mai interrotta. E poi l’idea con Conti è di portare questo spettacolo in televisione».

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