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FOCUS SALUTE
18 Marzo 2025 - 07:20
La parola al dottor Paolo Raviolo, responsabile del reparto di Allergologia dell'ospedale Koelliker
La fine dell’inverno segna un cambiamento che non passa inosservato. Il riscaldamento globale ha portato a uno dei periodi invernali più caldi mai registrati in Europa, con Torino non immune a questa tendenza. Non solo temperature anomale, ma anche un anticipo delle allergie, un problema che affligge molti cittadini già alle prese con i sintomi, tra cui occhi gonfi e lucidi, naso che cola e starnuti incessanti. In un contesto di inquinamento atmosferico, che Torino conosce fin troppo bene, e con l’erba alta che invade i giardini, il fenomeno delle allergie respiratorie si sta facendo sempre più attuale. Una situazione destinata a durare e, probabilmente, ad aggravarsi negli anni futuri. Non a caso, nel 2024 è stato presentato alla Camera il Manifesto dei Diritti e dei Doveri delle persone con allergie respiratorie, un documento che mette in luce la crescente necessità di attenzione e supporto per chi soffre di queste patologie. Ma mentre una parte della popolazione si ritrova ancora alle prese con i classici malanni stagionali, come l’influenza, un’altra sta già lottando contro i sintomi delle allergie, che giungono con un’inusuale anticipo. Non è solo una questione di fastidio, ma un vero e proprio problema che impatta sulla qualità della vita di chi ne è affetto. Abbiamo incontrato il professor Paolo Raviolo, responsabile del reparto di Allergologia dell’ospedale Koelliker, con cui abbiamo fatto il punto.
Come si può riconoscere un’allergia e quando è il caso di rivolgersi a uno specialista?
«L’allergia è una reazione infiammatoria che vede coinvolto il sistema immunitario, reazione innescata a fronte di sostanze che apparentemente sarebbero innocue. Riconoscerla? Vi sono sintomi che noi chiamiamo “di linea allergica”, naso che cola, crisi di starnuti, prurito, ma anche sintomi asmatici come tosse, fiato corto, e ancora abbiamo i sintomi oculari e quelli cutanei. Questi sintomi sono un campanello d’allarme, c’è la necessità di una visita allergologica.
Quali test si possono fare per scoprire se si è allergici e come funzionano?
«Distinguiamo quelle che sono, in linea di massima, le due metodiche di approccio per la diagnosi allergologica: i test cutanei e quelli in laboratorio. I primi vengono effettuati applicando delle goccioline, ognuna delle quali è un estratto allergenico, solitamente utilizzando la pelle dell’avambraccio: polline, forfore animali, muffe, acari. Queste goccioline vengono toccate con una “lancetta” e si attende una reazione: positiva se compare un piccolo pomfo dopo una quindicina di minuti se il paziente è allergico. I test in laboratorio, invece, necessitano di un piccolo prelievo di sangue e determinano in maniera diretta gli anticorpi che sono implicati nella reazione allergica. In entrambi i casi, si tratta di test non invasivi.
Durante la stagione delle allergie, quali sono i consigli più utili per prevenirne i sintomi, ridurli e migliorare la qualità della vita?
«Ottima domanda. Premesso che sarebbe importante evitare il contatto con l’allergene, non sempre è possibile. Come ad esempio il contatto con il polline, specialmente per chi vive in Piemonte: difficile limitarlo del tutto. Certamente alcuni consigli possono essere utili, in primis per chi ha fatto una diagnosi è importante seguire le indicazioni di terapia farmacologica che ha dato lo specialista, non dimenticare l’assunzione degli antistaminici - e dei broncodilatatori, nel caso di sintomi asmatici - difficile dare altri consigli in merito alla prevenzione. Diciamo che limitare i soggiorni in luoghi aperti può essere utile, soprattutto dopo i temporali bisogna porre attenzione nello stare nei luoghi aperti perchè potrebbe esserci un peggioramento, anzichè un miglioramento, in merito all’allergia.
Esistono vaccini o terapie specifiche per chi soffre di allergie?
«Questo è un argomento per noi estremamente cruciale. Spesso ci si accontenta della terapia sintomatica, come accennavamo prima agli antistaminici: l’allergologo, ricordiamoci, è lo specialista prescrittore della cosiddetta “immunoterapia”, impropriamente chiamata “vaccino per le allergie”, una terapia assolutamente sicura di provata efficacia, che porta a non avere unicamente un effetto di miglioramento del sintomo, ma spinge il sistema immunitario a tollerare l’allergene e quindi a portare il paziente a una situazione di maggiore tolleranza e di riduzione dei sintomi e delle cure. Questo è fondamentale, purtroppo ancora spesso poco applicato».
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