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27 Settembre 2022 - 07:29
La città di Torino aveva il feudo di un intero comune, la vicina cittadina di Grugliasco. Il legame, non solo geografico, tra le due comunità era fortissimo: già nel 1047 Enrico III citava il capitolo canonicale del duomo di Torino con i suoi diritti e terre possedute, tra i quali figurava l’antica Grugliascum. Fu l’anno 1619 quello nel quale il duca Carlo Emanuele I eresse a contea Grugliasco, infeudandolo alla città di Torino. Così, tra Sei e Settecento Grugliasco e Torino crebbero si può dire legate a filo doppio.
Del periodo antico, Grugliasco conserva pregevoli testimonianze in un quieto centro storico con la Torre Civica (Torino l’ha perduta, mentre la sua sorella l’ha mantenuta, anche perché fu trasformata in telegrafo) e con l’antichissima chiesa di san Cassiano, la cui presenza è testimoniata dal IX secolo e che costituisce uno dei più significativi luoghi di devozione e preghiera del torinese, anche se la facciata attuale risale al 1881. Il piacevole centro storico di Grugliasco subì lo stesso trattamento di quello torinese, che nel corso del Novecento vide una sorprendente opera di espansione, con la creazione di nuovi quartieri e di nuove soluzioni abitative, in questo caso lungo l’asse di corso Francia.
Ad incrementare l’espansione lungo l’asse dell’antico viale alberato fu la presenza di infrastrutture di trasporto (il “trenino” Torino-Rivoli) e gli impianti della Leumann, oltre che di altre importanti realtà industriali a cavallo del confine torinese come l’Alenia e la Venchi. Anche lo sviluppo dell’auto portò novità significative nel panorama urbano di Grugliasco: la Fiat Mirafiori fece di Grugliasco un importante prolungamento del proprio polo industriale, e sorsero gli impianti della Pininfarina, della Bertone, della Vignale. Tra le varie industrie che contribuirono a cambiare per sempre il volto di Grugliasco vi fu anche quella del cinema, ulteriore legame tra la “città delle gru” e il capoluogo piemontese, che ad inizio Novecento era la capitale del cinema italiano. Pochi sanno che Grugliasco fu concepita come una specie di Hollywood del Belpaese, nella quale girare i film che avrebbero allietato gli spettatori dei cinematografi della penisola. Centro della piccola industria cinematografica grugliaschese fu Villa Boriglione, pregevole edificio barocco ancora oggi conservato, al centro del parco culturale Le Serre, dove sono presenti ancora i padiglioni che servirono per girare i primi film.
Oggi la villa ospita il museo delle marionette e permette la visita al RiMu, un rifugio antiaereo della seconda guerra mondiale musealizzato. A proposito di guerra, bisogna ricordare che Grugliasco e Collegno furono teatro, il 30 aprile 1945, di una tragica strage, nella quale 66 tra partigiani e civili furono trucidati da una divisione di soldati tedeschi in ritirata; il giorno successivo, per rappresaglia, furono fucilati 29 miliziani fascisti prigionieri.
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