Bova: «Sui social ho sbagliato
Ora serenità per i miei figli...»

Un Natale tranquillo dopo un’estate turbolenta: è tutto quello che chiede nella sua ideale letterina Raoul Bova, protagonista suo malgrado della cronaca rosa per lunghe settimane. Quelle che hanno portato alla separazione di fatto da Rocío Muñoz Morales, un lungo legame dal quale sono nate anche Luna e Alma (10 e 7 anni). Quelle che lo hanno messo al centro dell’attenzione per i messaggi scambiati con Martina Ceretti e che dovevano restare assolutamente privati mentre sono diventati pubblici. Quella di una nuova vita da organizzare.

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Lui non si aspettava tanto clamore, come ammette al Corriere della Sera: «È stata un’esperienza in parte traumatica, certamente molto coinvolgente per la rabbia, il dolore e lo stupore. Quando succedono queste cose, ti senti improvvisamente come se fossi denudato in piazza, senza poter opporre resistenza». E così ha dovuto affrontare giorni «molto difficili, sì». Ma ho avuto l’aiuto di tanti amici. I miei figli, la mia ex moglie Chiara e mia suocera, Annamaria Bernardini de Pace, che mi conoscono bene, mi sono stati vicini e mi hanno permesso di sbollire la rabbia. In queste situazioni la parte più difficile è difendersi. Dagli odiosi commenti social, ma soprattutto da un tizio che si è particolarmente fissato su di me e mi ha aggredito ingiustamente». Non lo cita, ma pensare a Fabrizio Corona, che ha aperto il vaso di Pandora, viene automatico.

Qualche colpa però se la dà: «Ho sbagliato a usare malamente i social e credo che i miei figli siano più bravi di me e che non commettano questi sbagli, dunque non gli devo insegnare niente». Non è colpa dei social però la fine della storia: «Il nostro rapporto, come tanti hanno scritto e provato, era finito da molto tempo. Però nell’accordo di separazione ho voluto una clausola, che abbiamo firmato entrambi, in forza della quale nessuno di noi deve parlare della nostra storia né delle nostre figlie. Quindi mi scusi ma questo discorso finisce qui». Non ancora, di mezzo ora c’è la collega Beatrice Arnera. Lui è sintetico: «Ci stiamo lavorando».