Dante, Petrarca e Virgilio lo celebrarono nelle loro opere e tutti noi lo cerchiamo sempre con lo sguardo, perché il profilo del
Monviso è unico ed è davvero identificativo del panorama piemontese. Diciamolo: se, in
Piemonte, non riusciamo a vedere la sagoma piramidale del
Re delle Alpi, ci sentiamo un po’ disorientati. "Nella parte occidentale dell'
Italia, dalla catena dell'
Appennino si leva il
Monviso, un monte altissimo, isolato, che, innalzandosi con la sua vetta oltre le nuvole, si slancia nell’aria limpida".
E infatti, quanto l’aria è pulita, si distingue il suo profilo fino in
Veneto! Questo maestoso gigante ha sempre caratterizzato la storia della nostra regione, identificandone forse il nome stesso:
Piemonte significa Ad pedem montium, letteralmente “ai piedi dei monti”. Ma un po’ tutte le regioni padane hanno questo rapporto simbiotico con la catena alpina. Perché il
Piemonte è più ai piedi dei monti rispetto - ad esempio - alla
Lombardia o al
Veneto?
Perché in nessuna di queste regioni c’è una montagna come il
Monviso, il cui profilo semplice e imponente assomiglia a quello delle montagne disegnate dai bambini. Un triangolo, e via. Ma che triangolo, che svetta con i suoi 3841 metri su tutta la catena circostante. Alcune città, come
Saluzzo, sono intimamente legate al “loro” gigante di pietra. Tant’è che i saluzzesi si segnalarono per essere stati i primi al mondo a tentare un traforo alpino: si tratta del cosiddetto
Buco del Viso, un cunicolo scavato nel fianco della montagna nell’anno 1480, per volere del
marchese Ludovico II. Con i suoi 75 metri di lunghezza, desta meraviglia: scavare una simile galleria nel Quattrocento dovette essere davvero difficile.
Quando passò il tempo del
marchesato di Saluzzo e venne l’epoca delle gite in montagna, il colosso delle
Alpi fu scalato da nobili, principi e re. Perché sì, la montagna era diventata un luogo di élite e l’alpinismo incipiente era un’attività molto aristocratica. Anche la toponomastica, per ragioni lunghe a spiegare, tradisce una presenza regale:
Pian della Regina e soprattutto
Pian del Re, ove nasce il
Po. Il primo tentativo di scalata a noi noto fu quello compiuto nel Seicento da un erudito milanese, il dotto abate
Valeriano Castiglione, al servizio del
duca di Savoia.
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Il primo serio tentativo di arrivare fino alla vetta fu messo in atto dal saluzzese
Domenico Ansaldi nel 1834; l’impresa fu però opera di alcuni alpinisti inglesi e francesi,
William Mathews, Frederick Jacomb, Jean-Baptiste Croz e Michel Croz il 30 agosto 1861. Evidentemente, in
Europa il
Monviso esercitava una forte attrazione; sentimento condiviso con gli americani. In epoca più recente, infatti, gli statunitensi - specialisti nel "rubare" le cose italiane e interpretarle in salsa yankee - presero in prestito la sagoma del
Monviso per farla diventare il logo della nota casa cinematografica americana
Paramount Pictures. Ricordiamocelo, quando guardiamo un film!.