Cosa si può fare con 27 miliardi di euro? Una cifra talmente grande che forse si farebbe prima a dire cosa non si potrebbe fare: ben poco. E infatti la Regione ha aperto il libro dei sogni e ha messo nero su bianco 1.273 progetti con i quali far rialzare il Piemonte messo in ginocchio dal virus e portarlo fuori dal tunnel della crisi. Si chiama Piano nazionale di ripresa e resilienza, Pnrr in breve, e a livello nazionale prevede l’investimento di circa 220 miliardi di euro del piano Next Generation Eu, più noto come Recovery fund. Una pioggia di soldi in arrivo dall’Europa con un unico obbligo: spenderli. E pure in fretta. Il governo ha quindi raccolto i dossier in arrivo da tutte le regioni italiane e ora dovrà scegliere quali progetti saranno inclusi nel piano che dovrà presentare entro il 30 aprile all’Unione Europea per spendere i 220 miliardi di euro che ci spettano. Tre mesi più tardi, saprà quali sono stati approvati. Il Piemonte ovviamente partecipa alla corsa. E lo fa con un elenco di progetti in grado di cambiare faccia alla nostra città e a tutta la regione. C’è di tutto: strade, scuole, musei, innovazione, ambiente, sport, ospedali. Un libro dei sogni come dicevamo, molti dei quali però potrebbero tramutarsi in realtà. Illustrarli tutti è impossibile, proviamo a elencare solo quelli più significativi. A Torino potremmo veder diventare realtà opere stradali talmente tanto attese da essere ormai considerate alla stregua di creature mitologiche, come il sottopasso della rotonda Maroncelli. Ma si vedrebbero risolti anche problemi più recenti, come piazza Baldissera (con un altro sottopasso) e il completamento del tunnel di corso Mortara fino a corso Regina Margherita. Ma non si vive di sole strade. Ci sarebbe più di mezzo miliardo di euro solo per la riqualificazione degli edifici scolastici (a cui aggiungere una cifra simile per gli edifici della Città metropolitana). E poi la ristrutturazione di Torino Esposizioni per ospitare la nuova sede della biblioteca civica centrale e tanti interventi “minori” come la sostituzione dei binari di via Po o la riqualificazione di 400 fermate degli autobus. Fuori città, la parte del leone la farebbe la montagna: 800 milioni di euro per rilanciare il turismo invernale distrutto dal Covid con “innovazione e ammodernamento delle stazioni sciistiche”. Ancora trasporti: 50 milioni per la stazione di Porta Canavese, 81 per elettrificare la IvreaAosta. E Ivrea vorrebbe poi realizzare il peduncolo (la strada per Bollengo) e il traforo di Montenavale. E rimanendo in tema di strade: la tangenziale di Carmagnola, attesa da decenni mentre Moncalieri ha messo in lista addirittura 85 milioni per il “riassetto delle reti di viabilità”. Ci sono anche i parchi: 21 milioni per la Mandria, 30 per la Vauda, 16 per Stupinigi. E gli edifici storici: Carmagnola vorrebbe restaurare il complesso di Sant’Agostino, Torino il Palazzo Reale, Leinì il castello Provana, Moncalieri il teatro Matteotti, Cavour mira ad acquistare Villa Giolitti. Carignano invece vorrebbe recuperare l’ex fabbrica Bona. Infine, i grandi temi. Due per tutti. Il primo è la lotta alle alluvioni: poco più di 2 miliardi di euro per mettere in sicurezza i nostri corsi d’acqua. Il secondo, naturalmente, è la sanità. Per non vedere mai più le immagini drammatiche dei nostri ospedali presi d’assalto la Regione vuole spendere 1,6 miliardi di euro.
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