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C'era una volta la tua banca...

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C’era una volta l’impiegato di banca garantito a vita, pensione compresa. E c’era una volta la banca, la tua banca, quella in cui magari davi del tu al direttore, prendevi il caffè con il cassiere e a Natale ricevevi in dono la tanto agognata agenda. Insomma la banca di famiglia, quella che aveva raccolto i risparmi di tuo nonno prima e di tuo padre poi. Roba passata, tristemente.

Oggi la banca ti accoglie solo su appuntamento e ti fa capire, magari con un cartello scritto al computer, che se non entri, è pure meglio. Basta un bancomat per quello che ti serve e puoi pure vedere il saldo del conto. Il resto lo puoi fare da casa, con il tuo pc. Semplice, no? La pensano così i manager che siedono ai piani alti dei grattacieli a Torino, a Milano. Ovunque. A loro il contatto fisico, lo scambio di sguardi, peggio ancora l’esposizione di un problema, provoca l’orticaria. A te, se arrivi all’appuntamento, penserà un algoritmo che legge la tua storia finanziaria. E decide.

Il bancario serve sempre meno, rappresenta un costo. In sintesi è già un esubero, anche se siede ancora ad una scrivania. Così gli sportelli bancari sotto casa chiudono. E, per una volta non è tutta colpa del Covid. Anzi, la malattia che li ha contagiati è vecchia, antecedente al 2011 quando la crisi dei debiti sovrani ha interessato anche l’Italia. Così si chiude, tanto c’è la digitalizzazione. Ma la funzione sociale della banca dov’è finita? Poco interessa che l’anziano non sappia usare il bancomat e in una bella mattina di primavera non possa frasi consigliare sui propri risparmi.

Il trend scritto con l’accetta è traumatico: tra il 2008 e il 2009 in Piemonte c’erano 2.726 sportelli, al 31 dicembre 2020 se ne contavano 1.904. Oggi forse ne abbiamo persi un’altra decina, e i tagli continuano. E la provincia di Torino è tra le più falcidiate. Senza contare la montagna e i piccolissimi comuni, dove perdere lo sportello non è solo un problema, ma un dramma. Un consiglio? Quando una banca chiude, cambiate banca, sceglietela più piccola e magari di provincia.

beppe.fossati@cronacaqui.it
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