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C’è uno scudo per la sanità

giustizia martelletto

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Nessuno pagherà per i morti di Covid. Lo sapevamo già a primavera quando il legislatore ha di fatto sollevato uno scudo (dl 44/2021) per proteggere la sanità travolta dalla pandemia limitando le responsabilità per gli operatori sanitari e, di fatto, per le strutture dove si è consumata l’interminabile tragedia suscitata dal virus. Si cancelleranno così le denunce delle famiglie, gli esposti delle associazioni e anche le inchieste che sono state portate avanti soprattutto in questi ultimi due anni. E cadranno nel dimenticatoio le perizie, pure costose, per accertare responsabilità degli ospedali, delle Asl e delle tante case di riposo dove il contagio ha fatto strage. La Procura chiede di archiviare, anche se in molti casi sono state accertate criticità, carenze del personale o soltanto l’insufficiente valutazione del rischio di infezione. Non casi isolati, intendiamoci, visto che sono almeno 30 le inchieste per le quali i faldoni finiranno in bonis. Ma qualcosa resta di questo tristissimo esame della magistratura sulle nostre strutture sanitarie. Ed è scritto nero su bianco nelle valutazioni degli inquirenti che individuano le responsabilità, ma non possono ignorare che l’assalto del virus è stato così prepotente da mettere in crisi la tradizionale organizzazione delle strutture. A cominciare dagli stessi ospedali. Dunque non ci sarà la corsa ai risarcimenti per chi piange i propri defunti. E neppure la gogna per chi ha sbagliato. Lo dice chiaro un passaggio della norma che di fatto condiziona l’azi0ne dei giudici: «...si deve intervenire per limitare la responsabilità degli operatori sanitari e degli enti stessi che si trovino a prestare la loro attività nelle situazioni di emergenza». Resta il dolore di chi non ha neppure potuto abbracciare la mamma, il papà, il figlio o il fratello. Quello neppure il legislatore può rimuoverlo. In ossequio alla pandemia.

beppe.fossati@cronacaqui.it
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