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Tre possibilità per Mattarella

Mattarella
Se si voterà, sarà probabilmente il 2 ottobre. Ne sono convinti in tanti, tra coloro che sono più addentro ai meccanismi dei palazzi: elezioni d’autunno, quindi, una novità per il Paese, ma la domanda è come ci si arriverà. Delle quattro possibilità a sua disposizione, di fronte alle dimissioni del premier Mario Draghi, il presidente Mattarella ne ha già scelta una: ha respinto le dimissioni e rimandato Draghi alle Camere, per capire se, al di là della frattura con i pentastellati che appare insanabile, ci sia ancora una maggioranza. Il problema, però, è che Draghi mercoledì in Parlamento - ha già accorciato il viaggio in Algeria - non pare intenzionato a chiedere fiducia o sostegno, bensì a ribadire i perché della sua scelta: ergo, dopo le comunicazioni, salirà di nuovo al Colle per le dimissioni.

A questo punto, Mattarella potrà fare tre cose: affidare un incarico per un Draghi Bis - che l’interessato non vuole - per un nuovo esecutivo, magari senza i ministri grillini, che potrebbero dimettersi, anche se ieri Conte ha smentito, in attesa delle decisioni di oggi; incaricare un nuovo premier - Amato o il ministro Franco? - con la medesima maggioranza o con una nuova, ossia decisamente più probabile la seconda dal momento che ieri sia Lega sia Forza Italia hanno detto chiaramente che non c’è affidabilità da parte dei grillini; infine, sciogliere le Camere e indire elezioni in periodo compreso fra 45 e 70 giorni. Con questa ipotesi, Draghi - che non è stato sfiduciato - resterebbe in carica e potrebbe quindi traghettare il Paese fino alle elezioni, affrontando quelli che sono i temi caldi.

A cominciare dalla partita dei 191 miliardi del Pnrr - ci sono ancora 55 progetti da definire, sui 100 totali -, poi gli accordi per il gas, la guerra, l’inflazione record, le misure per l’agricoltura: come si concilierebbe questa situazione con una campagna elettorale rovente e in piena estate? Secondo il quotidiano Milano Finanza, nell’immediato, tra nuovo decreto e la tranche estiva del Pnrr, ci sono 31 miliardi di euro a rischio. Inoltre, a settembre è atteso il varo della Finanziaria: può farlo un governo certo non sfiduciato, ma di sicuro “provvisorio”? Inoltre: il 2 agosto deve essere prorogato il taglio delle accise sulla benzina, entro settembre va a scadenza l’intervento sulle bollette, l’atteso “decreto luglio” vede in ballo diversi miliardi di euro per gli aiuti a famiglie e imprese con i temi dei salari, del taglio del cuneo fiscale e via dicendo. Tutto questo, augurandosi che almeno gli accordi per il gas algerino vadano in porto.

Ieri mattina il New York Times analizzava la crisi italiana, parlando di «rischio destabilizzazione per l’intera Europa», vista la statura di Mario Draghi e il suo ruolo nei rapporti con i partner europei, in uno scenario dove Macron in Francia appare indebolito, in Gran Bretagna c’è un Boris Johnson nell’interim di se stesso e con discussioni in corso sul futuro leader... E tanto per rimanere sereni, non si può non annotare anche la dichiarazione di Peter Stano, portavoce della Commissione Ue: «Non commentiamo gli sviluppi politici interni - ha detto rispondendo a una domanda su un ipotetico ruolo della Russia nelle crisi di governo europee -. Ma è un fatto che la Russia cerca di destabilizzare l’Ue e i Paesi membri. Attraverso i suoi delegati interni che possono essere politici».

andrea.monticone@cronacaqui.it
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