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Carboni ardenti sotto la cenere

Occupazione
Torino come una grossa e succulenta fetta di torta da spartire. Dividendosi le strade del sesso, le piazze dello spaccio. E pure le abitazioni. È questo l’ultimo grande business delle organizzazioni criminali sempre alla ricerca di nuovi “mercati” per diversificare. La casa popolare. Che a leggere la nostra Costituzione sarebbe un diritto, ma per i signori del racket diventa un bene come un altro su cui speculare. “Assegnando” gli appartamenti a chi paga il pizzo per avere la dritta giusta, magari offrendo la manodopera e il palanchino per buttare giù le porte.

Con buona pace di chi avrebbe diritto di vivere in quelle quattro mura e invece resta fuori, in coda. Ad aspettare che arrivi il proprio turno in una graduatoria con migliaia di nomi. Ingiustizia sociale allo stato puro. L’indignazione dei disperati che si mescola alle ristrettezze e sfocia in rabbia. Altra benzina sulle braci che ardono sotto la cenere e rischiano di accendere una guerra tra poveri dalle conseguenze imprevedibili. Perché la fila dei disperati, con la pandemia che ha tolto lavoro e l’inflazione che ogni giorno erode il valore dei poch) soldi rimasti nelle tasche, si allunga ora dopo ora.

E come sempre accade nei momenti di crisi, quando le istituzioni non fanno abbastanza, a colmare i vuoti ci pensano le organizzazioni criminali. Che ci sia un “mercato” delle case vuote, ormai, è qualcosa più che un sospetto che aleggia non solo tra gli inquilini regolari, ma anche ai piani alti dell’Atc in corso Dante. Come spiegare, altrimenti, che mercoledì scorso, in poche ore, siano scattati tre blitz (tutti sventati perché gli altri residenti hanno chiamato le forze dell’ordine) in via Verolengo, via Sinigaglia e via Damiano per occupare altrettanti appartamenti da poco liberati?

Che dire di via Pietro Cossa 280, dove è subito stata riconquistata una casa al pian terreno sgomberata dopo Ferragosto? E cosa pensare della storia della famiglia cacciata da via Sansovino che, nel giro di poche ore si è “trasferita” in una casa vuota di via Maddalene. Dietro, sono ormai convinti tutti, c’è qualcuno. Che in cambio di qualche centinaio di euro vende l’indirizzo degli appartamenti sfitti. O addirittura il passaggio di chiavi da un abusivo all’altro, come sarebbe accaduto qualche giorno fa in via Tunisi. Lì, nella casa occupata da un italiano, si è piazzata una famiglia di zingari arrivati da Roma.

Un caso? Pare di no. Stando a quanto si mormora, l’ultima novità, sarebbe l’arrivo di intere carovane che dalla Capitale e da Napoli si sarebbero trasferite sotto la Mole. Avvisate dai signori del racket? Nessuno lo sa. Ma in certi ambienti si dice che sarebbero in parecchi, tutti pronti a trovarsi un tetto prima che arrivino i mesi più freddi. Quel che accadrà, si vedrà. Intanto, dai 41 appartamenti dell’Atc occupati nel 2008 nel Torinese, si è passati ai 212 attuali. E il problema di fondo resta sempre lo stesso: ossia il fatto che le case restino vuote.

La Regione, per accelerare le ristrutturazioni necessarie per l’assegnazione, ha stanziato un milione. Briciole. E intanto le braci sotto la cenere continuano a covare. Senza che la politica sul tema dica una parola che vada oltre sterili promesse che tutti sanno irrealizzabili, se non si mettono i soldi. «Sarà un autunno caldo come non è più stato da anni», prevede un investigatore di lungo corso con i capelli bianchi. Di questo passo, chiunque vinca le elezioni rischia di avere ben altre grane che il prezzo delle bollette per i termosifoni.

stefano.tamagnone@cronacaqui.it
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