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Vecchi debiti e nuove cartelle

roghi bollette
Duecentomila cartelle esattoriali pronte per essere spedite in Piemonte. Entro Natale, ovviamente. È l’ennesima batosta che si abbatte sulle famiglie e sulle imprese già strangolate dalle bollette e dal caro prezzi. Parliamo di debiti, che risalgono anche al passato e che spaziano dai bolli auto e multe non pagate, a rateizzazioni di cartelle già insofferenza, alla raccolta rifiuti, alle tasse comunali sugli immobili. Un tesoretto non stimabile almeno per chi non è addentro alle segrete cose dell’Agenzia delle Entrate, ma certo cospicuo, sia a livello nazionale che locale di mezzo c’è pure la tregua fiscale per il Covid e ulteriori rateizzazioni magari non andate a buon fine. Quella ragnatela in cui si intrecciano difficoltà economiche reali e le solite furbizie di chi dilaziona o addirittura finge di dimenticare. La guerra, se possiamo chiamarla così tra il cittadino e lo Stato che in questo nostro paese va avanti da decenni e che non sembra trovare, condoni a parte, una soluzione che garantisca l’interesse comune. E questa volta sarà ancora più difficile del solito trovare un equilibrio tra debiti e crediti, anche con l’ormai scontata rateizzazione. Questo autunno non è solo difficile, ma sembra avere il compito di condurci in un 2023 carico di sacrifici. Tutti abbiamo capito che da soli non ce la faremo ad uscire dalla tagliola delle bollette che sono frutto più che della guerra di spaventose speculazioni. Serve un aiuto concreto dell’Europa ed è indispensabile che arrivi in fretta perché nelle buche delle lettere continua uno stillicidio di brutte notizie e ogni busta è portatrice di ulteriori salassi. Ma non solo: quando nelle piazze le bollette finiscono al rogo è segno che la gente non ne può più e la tensione sociale potrebbe trovare inneschi pericolosi.

beppe.fossati@cronacaqui.it
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