Angeli e Demoni. Potrebbe essere il titolo di un saggio sui bimbi sottratti alle famiglie e diventati merce di scambio in un vergognoso mercato di affidamenti illeciti ordito da chi quei piccini dovrebbe tutelarli, difenderli dagli abusi e costruire per loro un futuro sereno. Abbiamo tutti, nella memoria “il caso Bibbiano”, in quel di Reggio Emilia dove si scoprì, nell’estate di tre anni fa, che alcuni bambini erano stati sottratti alle loro famiglie sulla base di dichiarazioni e di relazioni manipolate, per poi essere affidati ad amici e conoscenti di assistenti sociali, medici e funzionari pubblici. L’Italia scoprì con dolore che quelle creature erano solo un mezzo per fare soldi e ottenere laute parcelle ai danni dell’Asl. Ora la magistratura torinese ci costringe ad aprire gli occhi sul mondo dei servizi sociali e degli affidi anche a casa nostra. E dalle pagine dell’inchiesta viene fuori la storia drammatica di una madre arrivata in città da un lontano paese dell’Africa con i suoi due piccini e costretta a chiedere aiuto ai servizi sociali che dovrebbero assisterla ma - da quanto accertato - fanno l’esatto opposto. Lei, sola e sempre più disperata, firma il consenso per l’affido e i bimbi vengono consegnati, come un pacco, ad altre due donne. Che noi non osiamo definire nuove mamme, perché dietro le quinte a loro favore avrebbe agito un sistema che gli inquirenti hanno ben individuato, indagando 14 persone, tra cui la psicologa Nadia Bolognini, già coinvolta nel caso di Bibbiano. Troppo facile sarebbe parlare di una coincidenza. Ma anche troppo presto per costruire un teorema sugli affidi illeciti. Tuttavia si apre un capitolo cupo sul ruolo di assistenti sociali, psicologhe, madri affidatarie, funzionarie dei servizi sociali , avvocati ed esponenti delle forze dell’ordine. E la magistratura non deve essere lasciata sola. Serve, subito, un’indagine da parte delle istituzioni. Lo dobbiamo a chi, solo e indifeso, potrebbe essere figlio nostro.
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