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L'INIZIATIVA
09 Dicembre 2025 - 22:20
Il Piemonte sblocca i fondi per rendere gratuito il tatuaggio post intervento oncologico. Si tratta di un contributo fino a 400 euro per pazienti operati di asportazione e ricostruzione dell’areola mammaria, connesso alla pigmentazione correttiva del complesso areola-capezzolo, una tappa fondamentale del percorso di cura e ripristino dell’identità corporea.
L’iniziativa, promossa dalla legge regionale 2/2023, è stata resa possibile grazie allo stanziamento di 60mila euro deciso dall’Assessorato alle Politiche Sociali, guidato da Maurizio Marrone, e dalla capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Sarah Disabato, che ha portato avanti la battaglia per l’introduzione di questo rimborso, a lungo rimasto sospeso per mancanza di risorse e di un modello operativo condiviso. E che dall’anno nuovo si concretizzerà. «Sarà attuata entro la fine dell’anno», dichiara Maurizio Marrone.
Il rimborso riguarderà circa 150 persone, sia donne che uomini, che potranno richiederlo presso i Centri Accoglienza e Servizi (CAS) della propria Azienda Sanitaria regionale, dove si sono sottoposti all’intervento di asportazione o dove seguono i controlli post-operatori.
Le domande di contributo saranno rivolte a chi abbia eseguito il tatuaggio per “pigmentazione del complesso areola-capezzolo”, in regime privato, a far data dal 1 gennaio 2024 in avanti. «Era una prestazione garantita dai Lea a livello nazionale ma che non è mai stata attuata in Piemonte - spiega Sarah Di Sabato - Oggi è il punto zero». Insomma, come spiegato dalla consigliera, partirà un modello sperimentale da poter articolare al meglio “strada facendo”.
L’assessore Marrone sottolinea: «Si tratta di un tatuaggio che non è solo estetico ma proprio terapeutico, che va a completare un percorso ricostruttivo molto duro». Come non si è mancato di evidenziare tra le parti coinvolte, «maggioranza e opposizione unite» per un lavoro comune «a prescindere dalle differenze politiche».
Al tavolo di confronto, presenti anche diverse associazioni del territorio. «Il loro contributo è importante, perché non mancano di porre temi dal punto di vista tecnico che ci aiuterà a rendere la misura più operativa e, soprattutto, più sicura». «Tra le nostre richieste - racconta la dottoressa Fulvia Pedani, presidente Andos Torino - ci preme che: il tatuaggio sia permanente (evitare cioè che ogni due o tre anni il paziente debba ribatterlo); che venga eseguito da operatori capaci, formati nello specifico che siano estetisti o tatuatori; e che si riesca a creare un modello di accesso tramite la prescrizione 048».
La promessa è di altri confronti in futuro con le associazioni per poter formulare al meglio il servizio.
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