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IL BORGHESE
13 Giugno 2023 - 06:30
Una eredità da oltre 4 miliardi Però il partito che fine farà?
Il Re è morto. E ora, al suo capezzale, tra parole di cordoglio, commozione vera o di facciata, si comincia a giocare la più cinica delle partire, quella della sua successione. E nella corte di Silvio Berlusconi c’è chi trema e chi invece già calcola i profitti. Quelli imprenditoriali che ruotano intorno a Fininvest, la holding nata nel 1978 attraverso la quale sono passate quasi tutte le imprese del Cavaliere e che oggi vale circa 4 miliardi di euro, considerando Mediaset, Mondadori e Banca Mediolanum, e quelli politici all’ombra del simbolo di Forza Italia.
Ci sono i figli di primo e secondo letto, ci sono manager rampanti, politici ambiziosi e c’è pure la corte dei miracoli che è vissuta da sempre tendendo la mano verso Silvio il Generoso. Specie le donne che si sono alternate al suo fianco e nel suo talamo.
Assomiglia davvero ad una Dinastia quella che il Cavaliere ha gestito da comandante unico fino a ieri mattina sia nell’impero industriale, sia nella sua creatura politica, Forza Italia. Ed è proprio all’ombra del vessillo azzurro che la successione si fa più accesa. Il più rapido, come al solito, è stato Matteo Renzi che è sceso in campo appena tre minuti dopo che l’Ansa ha annunciato la morte del Cavaliere.
Un record conquistato su Twitter che ha anche il sapore di un’Opa sul partito confermando il cinismo del personaggio che da tempo tenta di allargare il suo Terzo Polo nell’area limitrofa a Forza Italia, sfruttando anche la simpatia che Berlusconi aveva nei suoi confronti, quasi fosse un figlioccio politico. Ma stando agli osservatori la velocità della candidatura non mette l’ex Rottamatore in pole position. Intanto perché Forza Italia si è retta fino a ieri solo grazie al collante con il leader e poi perché, nel perfetto stile della casa, se ci sarà un’erede, è probabile che sia donna.
E la più quotata è Giorgia Meloni, l’unica dopo Berlusconi capace di vincere le elezioni e di conquistare Palazzo Chigi. Una donna capace di piacere alla gente e di dialogare con l’elite anche internazionale. Doti che per esempio sembrano difettare a Matteo Salvini, anche se dalle sue dichiarazioni (pochi minuti dopo rispetto a Renzi) sembra pronto a ricevere una investitura che, a memoria, non c’è mai stata. Di qui, direbbe un maligno, le lacrime di cui non fa mistero nel suo tweet.
In realtà la strategia politica insegna che la fretta è da evitare e dunque provocare oggi l’esodo dalla roccaforte azzurra non farebbe che produrre una minore stabilità nel centro destra. E questo lo sanno bene sia Meloni che Salvini. Così come non possono nascondere che la successione non fa che accelerare un processo già in atto da tempo. E contro il quale Berlusconi solo poche settimane fa, parlava di un rilancio del partito.
Successione politica ma anche e soprattutto ai vertici dell’impero finanziario Fininvest dove Berlusconi deteneva personalmente il 61,2% delle quote attraverso quattro holding, mentre il 39,8 % è suddiviso tra Marina e Pier Silvio, nati dal primo matrimonio e poi Barbara, Eleonora e Luigi che il Cavaliere ha avuto da Veronica Lario, la sua seconda moglie. Ufficialmente in famiglia regna calma piatta, ma gli scenari potrebbero anche cambiare e tutto potrebbe dipendere da come saranno divise le quote, a dispetto di chi immagina il futuro con l’immagine cristallizzata di Marina presidente di Fininvest e di Mondadori e Pier Silvio amministratore delegato di Mediaset.
Se esiste un testamento o semplicemente un organigramma vergato dal Cavaliere in questi ultimi mesi di malattia, non è dato di saperlo. E solo il futuro ci svelerà chi sarà saldamente al timone degli affari di famiglia. E chi resterà nell’ombra dorata di uno degli uomini più ricchi del mondo.
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