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Il borghese

Al mare con mille lire

Il commento di Stefano Tamagnone

Al mare con mille lire

Sono giorni che mi ronza in testa una canzone di Paolo Conte: “Una giornata al mare, solo e con mille lire (…) tanto per non morire. Cerco ragioni e motivi di questa vita, ma l’epoca mia sembra fatta di poche ore”. L’estate è arrivata. Le hit alla radio ce lo ricordano ogni ora. Ci raccontano spiagge, ombrelloni, amori, notti magiche e sensuali. Una lunga carrellata di stereotipi. Rime sempre identiche che identificano questa stagione con il divertimento. E ovviamente ci si augura che sia per tutti così. Ma l’estate è anche altro. Come ci ricorda Paolo Conte (“Guardo una cameriera, non parla è straniera. Ti splende negli occhi la notte, tutta una vita passata a guardare”), è anche lavoro stagionale.  Un esercito di persone che consentono di godere le vacanze a chi ancora può permettersi di andare.

Ragazzi e ragazze, ma anche - fateci caso - tanti 50-60enni che servono spritz e cene, puliscono stanze e rifanno letti. Quelli che per albergatori e ristoratori adesso valgono oro, visto che non ne trovano più. In Piemonte si calcola ne manchino 30mila. Qualcuno dice per colpa del reddito di cittadinanza, qualcun altro per le paghe troppo basse. La verità, probabilmente, sta nel mezzo.

Ma non pare ci sia la volontà - da parte di chi avrebbe il potere/dovere di farlo - di intervenire seriamente. Così come, al di là dell’istituzione di figure che fanno sorridere già solo dal nome come “Mister Prezzi”, non c’è alcun tipo di azione seria per frenare le speculazioni. Così, per troppi torinesi, la vacanza è un miraggio. L’estate, per tante famiglie, si consumerà qui. Immaginando le onde e gli ombrelloni, come faceva Conte in quel brano che finiva “nelle ombre di un sogno. O forse in una fotografia, lontani dal mare. Con solo un geranio e un balcone”.

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