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IL BORGHESE

Pagare moneta,
vedere cammello

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Pagare moneta,vedere cammello

Pagare moneta, vedere cammello

Stellantis vola e fa profitti da capogiro, ma Torino non festeggia con Mirafiori dimezzata e con i tanti timori che arrivano dalle aziende dell’indotto sempre più incalzate dalla concorrenza straniera, soprattutto francese. E forse sta proprio lì, nelle radici transalpine di Stellantis, il problema dei complessi rapporti con la realtà ex Fiat e con i reduci di quella che è stata la Capitale dell’auto.

I nipoti dell’Avvocato hanno la vocazione dei finanzieri e Tavares ha praticamente carta bianca sulla galassia industriale del Gruppo francese, ove l’Italia (a meno che come ha fatto per mezzo secolo con gli Agnelli) non metta mano al portafoglio con denaro sonante e incentivi all’acquisto. Così si va avanti tra piani, prospettive appena tratteggiate e richieste di aiuti che ieri sono cadute sul tavolo del ministro dell’industria senza se e senza ma.

Come dire che per evitare che Mirafiori resti (come oggi effettivamente è) uno stabilimento a metà, visto che potrebbe ospitare il doppio della produzioni e immaginiamo almeno un 30% di occupati in più, ai francesi servono garanzie. Ossia denaro sonante. Nostro e pure europeo. Se no si continueranno a fare auto soprattutto in Marocco (Topolino), Polonia (la nuova 600), Portogallo e Serbia, solo per citarne alcuni.

Insomma siamo al solito proverbio “pagare moneta, vedere cammello” su cui la Fiat in tutte le sue evoluzioni da Fca a quella attuale con la erre moscia, ha basato i rapporti con lo Stato Italiano. I soldi arriveranno, lo ha confermato il ministro e dunque bene fa il governatore Cirio a chiedere un nuovo modello da inserire a Mirafiori, bruciando sul tempo altre regioni interessate. Una lotta intestina che, al di là del fair play può valere il futuro industriale del nostro Piemonte.

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