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IL BORGHESE

Un primo passo che fa male

Leggi il commento di Stefano Tamagnone

Un primo passo che fa male

Un primo passo che fa male

L’auto con i lampeggianti blu della polizia municipale arriva in corso Casale 246 alle 7.30. Scendono due agenti, un uomo e una donna,e si piazzano ai due capi delle strisce pedonali su cui un’esistenza è stata spezzata a 16 anni. E’ buio pesto, piove a dirotto. Proprio come venerdì scorso, quando il sorriso di Emilia è stato spento per sempre da un’auto che l’ha falciata mentre attraversava. E allora questi lampeggianti blu che squarciano il nero di una mattina che sembra notte e le palette che si alzano per far passare i bambini con le loro mamme, da un lato confortano, perché dimostrano un cambio di passo.

Ma dall’altro fanno male. Perché per arrivare a quella che qualcuno chiama “svolta”, ma per il momento è una semplice soluzione tampone, è stata sacrificata una giovane vita. E nessuno ci toglierà mai dalla mente che si poteva, e si doveva, fare qualcosa prima. A partire da ottobre dell’anno scorso, quando una mozione proposta da Pierlucio Firrao di Torino Bellissima approvata dal consiglio comunale impegnò il sindaco e l’assessore competente a intervenire per mettere in sicurezza quell’attraversamento pedonale troppo pericoloso, davanti a una scuola e alla casa famiglia che aveva ospitato Emilia, in fuga dalle bombe su Odessa.

Da ieri mattina, le strisce sono presidiate dai vigili negli orari di ingresso e uscita dei bimbi. E nel resto della giornata un autovelox montato su un treppiede svolge una funzione deterrente, ma anche di studio, visto che dall’analisi della velocità con cui auto, moto e camion percorrono quel tratto di corso Casale possono dipendere le scelte future di Palazzo Civico. «Da più parti - ha spiegato Lo Russo ieri mattina nel consueto appuntamento in radio del martedì - viene segnalato il superamento dei limiti di velocità in quel tratto.

I vigili stanno facendo una verifica puntuale». Quanto durerà questa verifica, al momento, non è noto. E neppure si sa quando verranno prese le decisioni definitive. Lo stesso primo cittadino ha chiarito che si tratta di un intervento tampone, cui ne seguirà uno più incisivo. «Ho chiesto agli uffici di lavorare per trovare una soluzione strutturale», ha aggiunto il sindaco, ribadendo quanto detto il giorno prima ai genitori della Crescendo che erano andati a protestare sotto il Comune. Gli uffici dell’assessore Chiara Foglietta, che tra le sue competenze ha la Viabilità e i Trasporti, sono al lavoro per individuare una soluzione.

E tra le ipotesi al vaglio ci sarebbe quella di un autovelox fisso, che però richiederebbe tempi assai lunghi, tra studi di fattibilità, progetti, pareri e contro pareri delle istituzioni a più livelli. Quel che accadrà si vedrà. Di sicuro, l’intervento di ieri, per quanto apprezzato da tutti, non è sufficiente. Perché tutela i bimbi della scuola, ma non chi attraversa in quel punto in cui un altro bimbo era stato investito il 10 ottobre al di fuori degli orari di entrata e uscita dei giovani alunni. La stessa Emilia è stata travolta alle 7 di mattina, al di fuori degli orari coperti dai nuovi servizi straordinari. Anche quel giorno, come ieri, era buio e pioveva.

L’asfalto era viscido, la visibilità ridotta. Tutti fattori che potrebbero aver contribuito al verificarsi dell’incidente. Sarà in ogni caso una consulenza tecnica richiesta dal pubblico ministero Chiara Maina a fissare i punti salienti dell’indagine dal punto di vista penale che al momento vede l’uomo alla guida della Wolkswagen Bora che ha investito la 16enne indagato per omicidio stradale.

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