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IL BORGHESE
28 Gennaio 2024 - 06:30
Il gatto non c’è e i topi ballano
A leggere i numeri sconfortanti, o peggio vergognosi, che illustrano la debacle del nostro sistema giudiziario, sembra davvero che il nostro Paese si sia fermato a trent’anni fa, o forse ancora prima, rinunciando a tutelare i propri cittadini, evitando che centinaia di migliaia di pratiche finissero per diventare carta straccia e rinunciando ad amministrare la giustizia nei tempi dovuti. Una macchia sui governi che si sono succeduti pur con diversi colori e indirizzi politici.
E che ora richiede interventi urgenti, di persone e di tecnologia per vincere le storture burocratiche. Mancano in Italia oltre 1.600 magistrati, il personale degli uffici è ridotto al 50 per cento delle proprie potenzialità, molti impiegati e dirigenti sono prossimi alla pensione (dominano gli over 55) e i giovani che escono dai concorsi fanno pratica solo per trovare altrove un posto di lavoro più remunerativo magari all’Ufficio delle Entrate.
La fotografia impietosa viene fuori all’inaugurazione dell’anno giudiziario e noi scopriamo come a casa nostra, in quel di Ivrea che Carducci definì “La Bella”, ospitiamo la Procura peggiore d’Italia, come se questa istituzione a cui fanno riferimento oltre 500 mila persone, fosse un fortino di frontiera con un Capitano coraggioso (il Procuratore Gabriella Viglione) e 12 sostituti (quando ne servirebbero 26) ognuno dei quali ha sul tavolo duemila pratiche da seguire.
E sapete qual è il ridicolo? Che i criminali non solo lo sanno, ma “consigliano” ai loro accoliti di scegliere quel territorio per le loro scorrerie, senza neppure temere di essere intercettati. Parliamo di una realtà ormai inaccettabile che il Ministero conosce da almeno dieci anni di appelli e richieste urgenti di intervento “mai presi in considerazione” - come afferma il procuratore generale Sabrina Noce - e ignorati anche dopo la strage ferroviaria di Brandizzo dove la scorsa estate hanno perso la vita cinque operai e, successivamente la tragedia all’aeroporto di Caselle dove in una manifestazione con le Frecce Tricolori un caccia ha rotto il motore ed è precipitato uccidendo una ragazzina. «Mesi fa - aggiunge il Procuratore - ci siamo illusi che l’errore giudiziario venisse riconosciuto e rimediato. Ma non è stato così». Come dire che il balletto silenzioso della politica continua. Appuntamento al prossimo anno.
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