Cerca

IL BORGHESE

«Non si dialoga con i violenti»
Ora Askatasuna va sgomberato

Lo storico Quaglieni: «Impariamo dalla storia a non ripetere gli errori»

«Non si dialoga con i violenti»Ora Askatasuna va sgomberato

Un’immagine degli scontri in Val di Susa durante un attacco al cantiere della Torino-Lione

In lingua basca Askatasuna vuol dire “libertà”. A Torino invece rappresenta «l’antagonismo aggressivo, violento e muscolare al servizio di chi intende debordare dalle manifestazioni del dissenso alla contrapposizione con lo Stato e con le forze dell’ordine». Prendo a prestito l’affermazione dell’ex procuratore generale Francesco Saluzzo che non ha esitato a definire velleitario il progetto del sindaco Lo Russo di trasformare la palazzina di corso Regina Margherita occupata da decenni in un “bene comune” per la città. Una sorta di fraterno abbraccio della sinistra ai facinorosi che si sono resi protagonisti di guerriglie urbane anche recenti e degli assalti ai cantieri della Tav con danni e decine di agenti feriti. Un fatto che ha sorpreso la città, infiammato la politica e suscitato polemiche roventi, anche con i sindacati di polizia.


Professor Quaglieni, da storico e profondo conoscitore della città, lei sostiene che non possiamo restare indifferenti rispetto a questa iniziativa. Vuole dire che sceglierebbe una strada ben diversa, ossia quella dello sgombero?
«Se costoro non abiurano la violenza, la soluzione è lo sgombero. Anche perché chi ne fa ricorso non può essere considerato un interlocutore affidabile e il Comune non può “legalizzare” una situazione di evidente illegalità che dura da anni»


Che cosa ne pensano, secondo lei, i torinesi?
«Penso che la città non capirebbe una capitolazione buonista verso i violenti. Ma non solo: i sindacati di polizia non accettano questo strano giro di valzer, mentre i veri problemi di Torino rischiano di marcire senza una soluzione».


Insomma chi crea danno e attenta alla convivenza civile va fermato.
«Lo chiede la città che studia e che lavora. Non si può accettare una capitolazione senza la minima giustificazione. Ritorno a quell’abiura della violenza che non c’è e non ci sarà, visto che Akatasuna non ha fatto mistero di voler continuare la lotta. I cattivi maestri non muoiono mai»


Torniamo indietro nel tempo proprio a loro...
«Io non vorrei che i cattivi maestri sessantottini tornassero in circolazione oggi. Perché non possiamo dimenticare ciò che accadde nel ‘68. E quello che derivò da quegli anni e che finì per sfociare nel terrorismo armato perché qualcuno riteneva che questi ragazzi che contestavano con i bastoni fossero addirittura gli eredi della resistenza. E poi abbiamo visto come quella piccola violenza sociale sia finita in tragedia».


Lei teme che, nonostante tutti immaginino lontani i tempi dell’eversione interna, il terrorismo possa tornare ad affacciarsi nel nostro Paese?
«No, oggettivamente non lo penso. Ma la storia insegna ad essere prudenti anche nei confronti di quegli agglomerati in cui magari si fa anche cultura ma poi si preparano spedizioni come quelle della Val di Sua, o almeno si condividono»


Torniamo al presente: secondo lei questa fuga in avanti del sindaco occhieggia ad un consolidamento con la componente di estrema sinistra e in particolare con Sinistra Ecologista che ha un assessore e due consigliere?
«Penso che la scelta di Lo Russo di esporsi su un tema così delicato favorisca un consolidamento dei rapporti a sinistra e temo che la fuga in avanti non sia condivisa dalla componente più moderata del Partito Democratico».

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.