Cerca

IL BORGHESE

Esselunga teme per i subappalti

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Esselunga teme per i subappalti

Esselunga teme per i subappalti

C’è il solito triangolo sospetto tra immobiliaristi, impresa appaltante e subappaltatori dietro la tragedia del supermercato Esselunga di Firenze che sta sorgendo sulla grande area dell’ex Panificio militare. Quattro vittime, un disperso e tre feriti impongono un salto di qualità nell’inchiesta della Procura per omicidio colposo plurimo e crollo colposo (al momento senza indagati) e già dalle prime verifiche emergono irregolarità su almeno due permessi di soggiorno degli operai travolti dal cedimento della grande trave lunga 20 metri al quarto piano della struttura.

Un campanello d’allarme che accende un faro sull’intreccio delle ditte in subappalto che sarebbero almeno una trentina. E si scava in quel triangolo di responsabilità che, tristemente, è una costante operativa di tanti grandi cantieri. Esselunga non fa eccezione. E se la sua presidente parla “di lavori appaltati ad una società terza”, non si può far a meno di notare che l’Aep (Attività edilizie Pavesi) è una società che ha lavorato spesso con i Caprotti, secondo uno schema consolidato: La Villata, società immobiliare dell’impero dei supermercati (presidente del Cda Bernardo Caprotti, Violetta e Marina Sylvia Caprotti figlie di Bernardo, tra i consiglieri) in cascata l’Aep del costruttori Pavesi Dallera e a seguire una trentina di ditte appaltatrici.

Non sfugge che “il triangolo” sia già finito sotto indagine a Genova per lesioni colpose verso due operai in un altro megastore in costruzione. Episodi che ora saranno riesaminati con la lente d’ingrandimento per valutare gli intrecci tra il grande marchio della distribuzione e la società di costruzione che si occupa di travi e cemento.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.