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IL BORGHESE

Il Pd, i sette nani e pure Biancaneve

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Il Pd, i sette nani e pure Biancaneve

Il Pd, i sette nani e pure Biancaneve

Non basta certo la colla dell’ideologia per mettere insieme i pezzi del Partito Democratico piemontese diviso almeno in sette correnti, specie dopo il terremoto che ha scosso le fondamenta della “componente Gallo”, padre, figlio e consiglieri vari, senza escludere una presidente di Circoscrizione. Servirebbe, e subito, un padre nobile, candido come un giglio e, soprattutto capace di imporre una linea di condotta. E anche una strategia politica. E invece a dominare la scena è solo l’imbarazzo, come se il partito fosse composto di ragazzini presi con le mani nella marmellata.

Più o meno tacciono tutti, pure la destra che potrebbe banchettare e che invece mostra un fair-play inaspettato. In verità tra la ‘ndrangheta e gli appalti  sospetti che fanno da sfondo a compravendita di voti e a comportamenti estorsivi che sarebbero stati messi in atto dal potente “Sasà” Gallo, tutta la politica si è vista avvolgere da una nebbia fastidiosa. Che non giova certo a chi, tra poco più di due mesi dovrà misurarsi con il voto. Tace il sindaco Stefano Lo Russo, tacciono (garbatamente) i vecchi leoni come Piero Fassino e Sergio Chiamparino.

E persino Giorgio Ardito, che tra i tanti spicca con l’orgoglio dell’ex comunista, preferisce parlare di pace piuttosto che misurarsi con le frattaglie del presente. E così si consumano riunioni su riunioni e si elemosina la compiacenza del professor Mauro Salizzoni, mago dei trapianti e pure campione di preferenze nel 2019. Ma poi messo alla porta dalle correnti litigiose. Sarà lui, il padre nobile a salvare, come fosse Biancaneve, i sette nani? Potremmo scoprirlo già oggi. Ma non siamo in una favola, e la pezza (sempre che il prof. accetti) non coprirà la voragine in cui è sprofondato il partito. E non solo da oggi. Gli esperti del “sistema Torino” che di fatto sotto-governa la città da decenni, lo sanno bene.

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