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IL BORGHESE
26 Aprile 2024 - 06:29
Una speranza per la sanità
Quanti bravi medici avremmo potuto avere nei nostri ospedali senza il test di ingresso a medicina? Ammettiamolo, ce lo siamo chiesti in tanti in questi ultimi vent’anni, mentre infuriava la polemica sulla mancanza di camici bianchi, mandando a farsi benedire i vecchi Baroni saccenti e i burocrati da quattro soldi. Ebbene, pare vi sia un po’ di luce in fondo al tunnel. A darne notizia è il Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato che di fatto ha investito il governo deliberando lo stop al numero chiuso nelle facoltà di Medicina, Odontoiatrica e Veterinaria. Dunque a breve potrebbe andare al macero quell’odioso test a crocette che ha cancellato sogni e aspettative di decine di migliaia di studenti. E che, con un’ostinazione incomprensibile ai più, ci ha di fatto condotti all’emergenza sanitaria in cui ci dibattiamo.
E se occorre ancora ribadirlo dopo aver versato fiumi di inchiostro sull’argomento, possiamo prendere a prestito i dati forniti dal Ministero per sottolineare come, nel nostro Paese, manchino 20 mila medici e 70 mila infermieri, tra i quali - precisa la Fondazione Gimbe - vi sono oltre 2,500 medici di famiglia da sostituire con la prospettiva che salgano a 3.400 entro il prossimo anno. Colpa del “numero chiuso” nelle facoltà ma, soprattutto della legge vigente che impone un tetto alle assunzioni in sanità e inchioda di fatto la spesa del personale sanitario a 20 anni fa. Un sistema da riformare che si aggiunge alla vetusta età del nostro Servizio Sanitario Nazionale prossimo a compiere il cinquantesimo compleanno e dunque lontano ormai dal percepire le vere necessità dei pazienti di oggi nonostante la costosa stampella della sanità privata. Ma sulle porte aperte a Medicina i primi a scuotere la testa sono sindacati e Ordine dei medici. Il timore è quello che, entro 10 anni vi siano per strada migliaia di giovani dottori disoccupati. Che dire? Forse piace di più lo status quo, magari facendo ricorso non solo ai medici in affitto, ma importando camici bianchi. Ma allora ditecelo: costa troppo cara formare e poi stipendiare i nostri?
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