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IL BORGHESE

Il diritto allo studio secondo l’Intifada

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Il diritto allo studio secondo l’Intifada

Con buona pace di chi vuole andare all’università per studiare, un manipolo di un centinaio di “accampati”, pochi studenti, qualche ex studente e molti compagnucci dei centri sociali insieme a qualche cattivo maestro che non manca mai in certi frangenti, hanno occupato i nostri Atenei e, li tengono in ostaggio. Ma nessuno, almeno ci pare, fa qualcosa per cancellare una vergogna che tra cortei, picchetti, scontri con la polizia e danneggiamenti ha trasformato in nome dell’Intifada il Rettorato della nostra Università agli Studi e Palazzo Nuovo in un accampamento, mentre le “canadesi” dei primi giorni si mescolano a materassi e sacchi a pelo anche alla Facoltà di Fisica e al Politecnico.


Le lezioni in aula sono sospese e si fa ricorso al web come durante il Covid. Mai vista una cosa del genere se la memoria non corre fino alle tensioni del ‘68, con il timore - oggi - che anche le sessioni d’esame possano saltare, con grave danno per studenti e famiglie. Un po’ come se questa fosse diventata una terra di nessuno che sfugge alle regole e ad ogni autorità. Ma guai a pronunciare la parola sgombero, qui l’ordine è trattare. Rettori e professori da un lato, i barricadieri dall’altro, fermi sulle loro posizioni, con kefia e bandiere pro Palestina, rifiutando ogni confronto e, di fatto, sfottendo quelle migliaia di studenti veri che vorrebbero semplicemente studiare, affrontare gli esami e pensare al futuro. L’Intifada “de noantri” ha colto il ventre molle e le autorità nonostante si perpetui il reato di interruzione di pubblico servizio (danni a parte, tutti da calcolare) si palleggiano le responsabilità.

Eppure una denuncia, l’ha fatta il rettore Corgnati del Politecnico, per l’irruzione dei “Pro Palestina” che sabato notte hanno sfondato il cancello dell’ateneo per occuparlo. Ma pare non basti: per procedere allo sgombero serve un richiesta specifica che nessuno ha ancora presentato. Non posso credere che, alla fine, tocchi a uno studente difendere quella che in fondo è anche casa sua.

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