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il borghese

Il patto occulto dei 7 congiurati

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Il patto occulto dei 7 congiurati

Il patto occulto dei 7 congiurati

Tra i congiurati della Crt la parola d’ordine era “La Fondazione di domani”. Dunque il patto occulto che ha scatenato la rivolta contro il presidente Fabrizio Palenzona spingendolo alle dimissioni, non era soltanto una supposizione dell’ex segretario generale (pure lui silurato) Andrea Varese, ma una realtà. Anzi, secondo quanto si apprende all’indomani del blitz della guardia di finanza e alla decisione della Procura di indagare sei membri del Consiglio di indirizzo e uno del Cda, prevedeva addirittura il rito della pre adesione, richiamando alla memoria meccanismi delle logge nascoste. L’obbligo era quello della consultazione preventiva su alcuni temi come l’approvazione del bilancio, le nomine di cariche sociali e gli atti riguardanti gli indirizzo strategici e di investimento della Fondazione, quella vera. Di fatto una governance parallela che, se dimostrata, getterebbe fango sull’Istituzione, generando sospetti sui meccanismi di assegnazione dei fondi destinati alle rigenerazione sociale e urbana, al social housing, alla cultura, all'ambiente, allo sviluppo del territorio e del tessuto imprenditoriale, soprattutto a valenza sociale. Come dire: chi decideva, e in favore di chi?


Dovrà chiarirlo il procuratore aggiunto Marco Gianoglio, in un’inchiesta che viaggia parallela a quella ordinata dal ministro Giancarlo Giorgetti che ha mandato gli ispettori in via XXSettembre per avviare ulteriori accertamenti sugli atti del Cda e sui documenti più riservati. In questo clima si arriva alla vigilia della nomina da parte del consiglio di indirizzo (prevista per il 7 giugno) della giurista Anna Maria Poggi, come nuovo presidente dell’ente. Una decisione assunta a maggioranza, ma - come sospetterebbe la Procura - con consultazioni “preventive” avviate da qualche congiurato. Insomma un ginepraio. Tanto che oggi il futuro della Fondazione è sospeso tra il rischio sempre più concreto del commissariamento e quello “più morbido” di un ulteriore rinvio, concesso dal Mef. Intanto da via XX Settembre, tutto tace, atteggiamento che certo non giova alla trasparenza. Tanto che il consiglio di indirizzo resta convocato (alla voce nomina del Presidente) per le 15 di venerdì, senza ulteriori comunicazioni.

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