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IL BORGHESE

Crt, presidenza ”dimezzata”

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Crt, presidenza ”dimezzata”

Crt, presidenza ”dimezzata”

Ce l’ha fatta per un pelo. Anna Maria Poggi è la nuova presidente della Fondazione Crt, con 13 voti sui 21 consiglieri di indirizzo, una scheda bianca, l’astensione degli indagati e due assenti “per giustificati motivi”. Un consiglio tagliato quasi a metà che ha dimostrato come sulle ragioni di opportunità suggerite dal ministro Giorgetti (che aveva consigliato un rinvio, solo ieri) ha scelto l’opportunismo. Uno schiatto, per chi vuole vederla così, al Mef e alle Procure (Roma e Torino) che non fa che confermare la voce forte in questa preziosa istituzione torinese del centro sinistra. Un alveo nel quale la stessa Presidente Poggi si muove da sempre con grande agilità, forte della vicinanza a Comunione e Liberazione e della capacità di indossare casacche di famiglie politiche differenti passando - specie in passato - da Chiamparino a Renzi, da Bonino a Calenda. E oggi persino un po’ meloniana come dimostrerebbe la difesa del premierato pronunciata due settimane fa alla Camera ricevendo anche i complimenti della Premier.

Premessa doverosa in questa fuga in avanti della Fondazione, nonostante la nube oscura del commissariamento, resti incombente. Tesi rifiutata fermamente dalla stessa Poggi quando, di fronte ai giornalisti, ha affermato che l’elezione non va considerata come “una contrapposizione al Mef “ma un passaggio con cui la Fondazione ha voluto fortificare le relazioni con il Tesoro, offrendo tutta la collaborazione agli ispettori. Sarà così, anche se è opinione condivisa da molti osservatori che adesso il terreno su cui si muove la Fondazione sia ancora più scivoloso di qualche giorno fa. Ma non dimentichiamo che Anna maria Poggi, 61 anni, ordinaria di diritto costituzionale presso l’Università di Torino, è una donna forte, a cui non difetta l’ambizione. E soprattutto l’unica candidata (scelta all’unanimità del Cdi) espressa dopo il terremoto che ha scalzato Palenzona. Il resto si vedrà, e pare in tempi brevi, visto che gli ispettori già lunedì lasceranno Torino, destinazione Ministero. Saranno le carte e le valutazioni relative a quella “fondazione nella Fondazione” denunciata dal presidente dimissionario a dire l’ultima parola. A elezioni finite.

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