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IL BORGHESE

Il patto del Diavolo
La Crt ora barcolla

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Il patto del DiavoloLa Crt ora barcolla

Il patto del Diavolo La Crt ora barcolla

Galeotto fu il patto, scriverebbe il Sommo Poeta. E forse il destino della Fondazione Crt, è proprio legato a quel brogliaccio dal titolo pomposo, ossia “Patto di consultazione e di pre-adesione a Gruppo Consiliare La Fondazione di Domani nel Consiglio di Indirizzo FCRT”, attraverso il quale un folto gruppo di consiglieri confidavano di poter governare l’ente, facendo e disfacendo indirizzi, nomine e consulenze a piacer loro. Insomma una sorta di loggia su cui la Procura di Torino sta indagando dopo la scoperta dei nomi dei congiurati vergati da Corrado Bonadeo, per sua stessa ammissione promotore del patto. E che mette in fila personaggi conosciuti come quelli di Pier Benedetto Francese (Unioncamere), Davide Franco (Regione), Gianluca Gaidano (Università), Paolo Luciano Garbarino (Provincia di Biella), Elisabetta Mazzola (Curia), Riccardo Piaggio (Università), Alessandra Siviero (Pd-5 Stelle), Giuseppe Tardivo (Università), Fiorenza Viazzo (Imprenditrice) Cristina Di Bari (Imprenditrice) e Michele Rosboch (Ires).

Nomi ma nessuna firma di accettazione, però, come denunciò già ad aprile uno di loro, Francesco Galietti, che tuttavia rappresentano uno spaccato inbarazzante dell’intellighenzia piemontese calata in Fondazione. E su questi in particolare indaga la Procura facendoli sfilare uno ad uno, faccenda che fa immaginare come ai sette indagati delle prime ore possano aggiungersene altri. Come parrebbe possa capitare a Fiorenza Viazzo, che risulta dimissionaria. E non basta, visto che gli ispettori inviati dal Mef indagano sui possibili legami tra i “pattisti” e le nomine che la notte del 22 aprile fecero incassare a Davide Canavesio la presidenza delle Ogr, a Caterina Bima la vicepresidenza, a Antonello Monti la presidenza Ream, con un cospicuo corollario di cariche minori. Fu quello il debutto tecnico del patto? Alla domanda, se dovessero emergere prove concrete, vi sarebbe una sola risposta: commissariamento.

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