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IL BORGHESE

Dopo la Crt anche la Fondazione Sicilia
tra patti occulti e manovre sulle nomine

Mentre Anna Maria Poggi va al Ministero del Tesoro, trema il regno di Giuseppe Guzzetti

Dopo la Crt anche la Fondazione Siciliatra patti occulti e manovre sulle nomine

Da sinistra Anna Maria Poggi, il direttore generale del Mef Marcello Sala, il ministro Giancarlo Giorgetti e la presidente della Fondazione Sicilia Maria Concetta Di Natale

Giuseppe Guzzetti, 90 anni tra poche settimane, ex presidente di Cariplo e Acri, e padre nobile delle Fondazioni bancarie italiane, sente odore di bruciato. Qualcosa di strano, o almeno di sconosciuto ai più, agita le acque quiete di questi enti apparentemente intoccabili, dove il potere si esercita nel silenzio delle segrete stanze di nobili palazzi. A Torino dove il terremoto in Crt tiene in sospeso la finanza e la politica e, da pochi giorni anche a Palermo, dove l’ex Fondazione Banco di Sicilia, ora solo Fondazione Sicilia dopo aver eliminato il riferimento all’istituto di credito da cui ha origine, ha svelato - con un ricorso al Mef -anomalie nell’elezione della nuova presidente Maria Concetta Di Natale,  storica dell’arte e già beneficiaria di generosi cadeaux da perte dell’ente. Ma non solo, anche un gioco di scatole cinesi nella nomine del vice segretario generale e anche di investimenti nella banca del Fucino. Sembrerebbe un segnale ai naviganti in questo mondo vellutato che distribuisce sul territorio nazionale oltre un miliardo d i euro e che fa intuire come il ministero del Tesoro (che ne è garante) voglia vederci chiaro. A cominciare, ovviamente da Torino dove, dopo la drammatica notte dei lunghi coltelli, tra il 22 e il 23 aprile scorso, si è materializzato l’ormai noto “patto occulto” tra consiglieri (Cda e Consiglio di Indirizzo) che ha portato a dimissioni eccellenti (compreso il Presidente Fabrizio Palenzona) e addirittura a otto avvisi di garanzia con ben tre procure in campo (Torino, Roma e anche Vercelli per un’inchiesta su favori accademici), provocando uno scandalo inimmaginabile nell’ ex capitale dell’auto da decenni feudo della sinistra che ha creato ad hoc “il Sistema Torino” con cui ha disegnato un potere di controllo (e di nomine) forse unico in Italia.


Uno scandalo che in certi ambienti era inimmaginabile e che, ieri, ha portato a Roma la nuova Presidente della Fondazione Anna Maria Poggi per incontrare al Mef Marcello Sala e i suoi collaboratori (che hanno il compito di indagare sui documenti e sui carteggi segreti raccolti a Torino) con l’obiettivo di allontanare lo spettro del commissariamento. La riservatezza che avvolge la missione, fino ad ora non consente di sapere se vi è stato un dialogo diretto con il Ministro Giancarlo Giorgetti. Un incontro comunque definito interlocutorio anche se Anna Maria Poggi ha voluto ribadire la disponibilità a farsi parte diligente per modifiche allo statuto e ai regolamenti dell’ente, quegli stessi che hanno consentito le anomalie (o per meglio dire i maneggi) che hanno dato vita a quel “patto occulto” attraverso il quale si sarebbe esercitata un’interferenza illecita in assemblea, attraverso cui sarebbero maturate nomine sia in seno al Consiglio di Indirizzo sia all’interno di alcune partecipate come Ogr, Ream ed Equiter. E che è al centro delle indagini degli ispettori e della Procura di Torino che vogliono accertare se le “liberalità” concesse dallo statuto ancora vigente hanno offerto un paravento al reato del conflitto d’interesse tra la Fondazione e le nomine.


Basterà l’iper attivismo della Presidente Poggi a convincere il Minisetero a non compiere l’atto estremo del commissariamento? Tutto dipenderà dall’esame della documentazione, avrebbero affermato Sala e i suoi ispettori. Intanto la Fondazione cammina veloce verso i prossimi due appuntamenti d’estate: la riunioni delle tre commissioni e quella del Consiglio di indirizzo, fissata per il 31 di luglio. Mentre a Roma circola il nome di Maurizio Atelli, magistrato della Corte dei Conti, come possibile commissario.

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