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IL BORGHESE
04 Luglio 2024 - 06:30
C’è poca sicurezza? Vigilantes in strada
Una rissa alle 10 di sera tra peruviani e turchi in un kebab di via Livorno, con un tizio colpito alla testa da una forchettata (è grave al Maria Vittoria) e una donna incinta medicata in ospedale. E alle 7 e 30 del mattino una bomba rudimentale scagliata contro il portone di un palazzo di cinque piani in via Pianezza. Per vendetta, si presume.
È questo il biglietto da visita della città che suona un po’ stonato, al protocollo “Uniti per una Comunità protetta” che è stato firmato ieri in Prefettura e che prevede un centinaio di pattuglie di vigilantes privati in aiuto a polizia, carabinieri, vigili e guardie di finanza. Un “matrimonio” tra pubblico e privato che sembra preso a prestito dalla sanità che zoppica, ma che in qualche maniera fa comprendere che esiste un deficit di sicurezza in quelle forze che noi consideriamo i nostri santi protettori contro i criminali e, soprattutto, contro i teppisti, gli spacciatori e i ladri.
Il Prefetto e il Questore rassicurano: non ci saranno sceriffi in strada, i vigilantes, come dice la parola stessa, dovranno vigilare nelle strade e segnalare eventuali episodi di pericolo o di malavita alle forze dell’ordine. Ma il patto siglato con il sindaco, se da una parte rassicura, dall’altra un po’ deve far riflettere specie dopo che abbiamo scoperto che sono solo 50 i militari che arriveranno a Torino come supporto alle pattuglie esistenti, 50 contro i 100 e più di altre città forse considerate più pericolose. Come dire che Roma è distante da Torino ormai considerata l’ultima provincia dell’impero? E che dobbiamo difenderci con accordi casalinghi? Confidiamo che “il fai da te” subalpino funzioni e che davvero centinaia di occhi in più sulla città convincano le varie genie di malnati che ci tormentano migrino altrove. ma come negare un pizzico di amaro in bocca per l’indifferenza della Capitale?
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