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IL BORGHESE

Il centro preda dei “maranza”

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Il centro preda dei “maranza”

Il centro preda dei “maranza”

Uno sciame, spesso fastidioso e a tratti pericoloso, invade il centro di Torino quasi ogni notte. Più spesso il fine settimana quando i locali di piazza Vittorio, dei Murazzi e delle zone limitrofe fanno il tutto esaurito tra musica, alcol e droga. Un piccolo esercito diviso in minuscole falangi armate di bottiglie di liquori e birre comprate negli spacci dei Bangla ma anche di bastoni e coltelli. Le falangi si contrappongono e si combattono per le ragazze o per semplice odio razziale. dominano i magrebini, poi ci sono i latinos, o semplicemente le bande di quartiere che hanno i loro punti di ritrovo nei giardinetti periferici, dove si organizzano le spedizioni, spesso punitive. La gente del centro, specie i commercianti e i titolati dei locali li chiamano “maranza” perché sono chiassosi, sguaiati e con la tendenza ad attaccar briga, e ne hanno paura. Specie perché - e qui sta il peggio - sono i galoppini dei pusher che vendono droga.  Cocaina e crack circolano e sballano anche i più quieti. Ogni notte, o quasi, specie tra i Murazzi e piazza Vittorio ma poi anche più giù lungo il Po e via Napione ci sono pestaggi, urla, inseguimenti. La polizia accorre ma loro, come topi sfuggono quasi sempre. Sono ubriachi, fatti e pericolosi. Il liquore scorre, i più vecchi riforniscono i 13enni o i 14enni abbandonati (ci pare evidente) dalle famiglie, i locali - come è capitato in via Matteo Pescatore  giorni fa - vengono chiusi. Ma sono cerotti alla sicurezza. La realtà è che il centro è ostaggio delle baby gang e i cittadini chiedono aiuto, mentre le strade, dopo le 10 di sera, sono praticamente deserte. Qualcuno invoca il pugno duro, i più saggi interventi sui nuclei famigliari e sulla scuola. Ma quasi tutti dimenticano che l’emergenza dura da anni nell’indifferenza delle istituzioni.

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