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Il Borghese
20 Luglio 2025 - 05:50
Banche sempre più grandi e ricche, ma con sempre meno filiali sul territorio. E in Piemonte, a breve, potrebbero sparire decine di altri sportelli. Vediamo in che modo.
Partiamo dai dati economici: nel corso del 2024 le banche italiane hanno raggiunto un utile netto totale di 46,5 miliardi di euro, ossia il nuovo massimo storico. In tre anni, gli utili sono volati a oltre 112 miliardi, anche grazie agli alti tassi d’interesse decisi dalla Bce.
Un mercato che sembra decisamente prospero, ma con una geografia tutta da ridisegnare. A cominciare da quel Risiko bancario che, se andrà in porto, impatterà pesantemente sul nostro territorio.
L’onnipresente Unione Europea aveva infatti dato il suo benestare alle nozze Unicredit-Bpm solo se bilanciate da una serie di cessioni di filiali (quelle Bpm, nello specifico). Nelle province piemontesi, con l’esclusione di Torino, significa passare da circa 80 filiali e sportelli a 28. E consideriamo che, dati alla mano, Bpm oggi rappresenta l’unica presenza bancaria in ben 31 comuni.
Intesa Sanpaolo, che è fuori dal Risiko, ha avviato proprio a giugno la sua razionalizzazione con 19 chiusure e 23 accorpamenti. Il Gruppo guidato da Carlo Messina, pur con una forte attività sui territori, ha chiuso - dal 2015 a oggi - l’ultimo sportello bancario presente in ben 64 comuni (dati Cisl); Unicredit in 42; Bper in 33. Intesa è l’unica banca presente in 27 comuni, Unicredit in 28. Ma il record di presenze “solitarie” è di Banca d’Asti con 58 (a fronte di 12 “ultime chiusure”).
Al momento si calcola che 632mila persone, in Piemonte, e 44mila imprese risiedano o abbiano sede in territori privi di banche.
Al netto della diffusione (in crescita) dell’home banking, il ricco Risiko bancario trasforma anche il territorio. E sarebbe sciocco non pensarlo. Ne parleremo ancora.
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