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12 Febbraio 2025 - 01:00
Il prezzo del gas in Europa continua a salire senza sosta, raggiungendo i 59 euro al megawattora, il livello più alto degli ultimi due anni. A far schizzare le quotazioni sono le riserve sempre più scarse: attualmente sotto il 50% della capacità complessiva, mentre lo scorso anno, nello stesso periodo, erano al 67%. La situazione varia da paese a paese, ma il trend è chiaro: la Germania ha scorte al 48%, l'Olanda al 33%, il Belgio al 35%. L'Italia si difende con un 58%, sopra la media europea, ma comunque inferiore rispetto all'anno precedente. Un dato preoccupante, considerando che quasi la metà dell'energia elettrica italiana dipende dal gas.
Questa situazione non mette ancora a rischio gli approvvigionamenti, ma significa che la domanda nei prossimi mesi sarà ancora più alta per ricostituire le scorte in vista dell'inverno. Il risultato? Prezzi che potrebbero restare su livelli elevati per un lungo periodo. Da circa due mesi, infatti, il costo del gas continua a salire senza segni di rallentamento.
La crisi energetica in Europa non è mai stata davvero risolta dopo il drastico taglio delle forniture russe. Il continente ha cercato di compensare la mancanza di gas del cremlino con massicci acquisti di gas liquefatto, ma a caro prezzo. Le importazioni dagli Stati Uniti, dalla Russia stessa e dal Qatar hanno tamponato il problema, ma a costi nettamente superiori, con pesanti ripercussioni su industria e famiglie.
Gilberto Pichetto (LA PRESSE)
Il caro energia minaccia la competitività delle aziende europee e appesantisce i bilanci domestici, con bollette sempre più salate. In questo contesto, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto ha avvertito che se i prezzi dovessero mantenersi così alti per troppo tempo, il governo sarebbe costretto a intervenire. Resta da vedere con quali strumenti e quali effetti concreti potrebbero derivarne.
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