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07 Luglio 2021 - 06:59
Conto alla rovescia per le vaccinazioni dai 12 anni in Piemonte, che partiranno da metà luglio fino ai 15 anni, con circa 154.500 giovani da immunizzare nell’arco di un mese e mezzo in Piemonte, se l’obiettivo vuole essere la riapertura delle scuole in totale sicurezza. Non solo, perché mal contate sono circa 300mila le iniezioni ancora da fare per chiudere il cerchio, tra prime dosi, richiami e indecisi. La Regione punta alla ripresa completa delle lezioni a settembre, se non al pieno carico sui mezzi di trasporto ma la corsa, guardando alle cifre già realizzate e all’andamento delle consegne, dovrà farsi serrata in estate. Soltanto ieri, infatti, veniva annunciato il mancato arrivo di almeno 28.800 monodosi Johnson&Johnson attese per domenica.
Il censimento
Tra il personale (circa 120mila cittadini di cui 100mila già iscritti alla piattaforma vaccinale) sono almeno 30mila le iniezioni ancora da fare tra prime dosi (93mila quelle effettuate), richiami (77mila quelli completati) e oltre 20mila altre persone su cui spicca il punto interrogativo. «Difficile, al momento, sapere se non si siano iscritte o abbiano partecipato alla campagna per fasce d’età dopo lo “stop” al personale scolastico arrivato in primavera da Roma» fanno sapere dalla Regione, che sta focalizzando la programmazione proprio sui più giovani. Complesso, tra questi, scremare quanti abbiano già ricevuto il vaccino in base alle fasce d’età. Contati sulla scorta dell’ultimo monitoraggio del Dirmei, sarebbero poco più di 230mila i giovani di età compresa tra 16 e 29 anni che ancora devono aderire alla campagna a fronte del 35,43% di prime dosi completate, ma tra queste almeno tra 50mila e 100mila potrebbero rientrare a pieno titolo o nell’età scolare, oppure, tra il personale, anche quello di prossima nomina. Più chiaro il quadro se lo si osserva dal portale del ministero della Salute, che specifica come su una platea complessiva di 310.481 abitanti tra 12 e 19 anni, poco più di 46mila abbiano ricevuto la prima dose, quella unica o addirittura già il richiamo.
Il quadro nazionale
Le cifre dovranno tornare in tempo utile, almeno, per confermare la ripartenza a settembre in presenza, come garantito dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che non ha escluso l’utilizzo della mascherina. Alcune Regioni come l’Emilia Romagna propenderebbero per l’idea di limitare l’ingresso a scuola soltanto a chi ha ricevuto il farmaco contro il Covid. A far paura è la possibile incidenza della variante Delta in particolare tra i più giovani, quelli più esposti al contagio anche se meno colpiti dalla malattia. Decisivo in tal senso, secondo gli esperti tra cui il virologo Ernesto Pregliasco, sarà osservare gli sviluppi che si registreranno in Gran Bretagna e Israele, dove la campagna vaccinale ha ottenuto i risultati migliori e sono cominciate le riaperture. Il generale Francesco Paolo Figliuolo, ieri mattina, ha ricordato che la scuola ripartirà in presenza con qualche “se” a differenza di quanto ipotizzato dal ministro Bianchi. «Dobbiamo cercare di convincere quei 215mila insegnanti che mancano e speriamo di arrivare almeno 190mila vaccinati - ha sottolineato Figliuolo -. E con una buona copertura di oltre il 80% degli operatori scolastici ma anche di giovani dai 12 anni in su, avremo una buona sicurezza di ritornare a scuola in presenza e anche con scarse limitazioni».
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