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Un cadavere a pezzi, un altro in stazione. Bentornato a Torino, commissario...

calma e karma
Calma e karma. Si fa in fretta a dirlo, ma Gioele Urso nel suo nuovo romanzo tutta questa calma non ce la mette proprio. Anzi, possiamo davvero dire che, dopo aver fatto sequestrare Salvini all’interno del centro per immigrati di corso Brunelleschi, adesso avesse voglia di veder scorrere un bel po’ di sangue... Comunque. Il commissario Riccardo Montelupo, poliziotto molto particolare ma integerrimo e amatissimo dalla sua squadra di collaboratori, è tornato in città. Si è fatto due settimane nella sua Sicilia che non può definire proprio una vacanza: è stata una sospensione per il casino causato nel romanzo precedente. Non fa in tempo a scendere dal treno che si trova davanti un cadavere, un tizio, un imprenditore, uno di quelli che contano, è stato ammazzato con un colpo alla testa. Bentornato commissario... Calma? Proprio no. Karma? Forse sì. Ma il problema più grande non è quello: il giornalista che l’aveva spalleggiato al Cie, infatti, adesso ha un’altra grana per lui, quella del cadavere di una ragazza di colore trovato sulle sponde del Po, fatta a pezzi letteralmente, con il caso rimasto in congelatore per ovvie ragioni, compresa l’assenza del commissario. E tra le immagini del massacro diffuse in tv all’ora di pranzo, lo sgombero del Moi, gli interessi della criminalità, per Montelupo saranno dolori... Altro che calma e karma.
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